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Dopo le dichiarazione di Bencardino, Rete 29 aprile: ‘Rettori collaborazionisti’

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L’associazione di ricercatori Rete29 aprile accusa di “collaborazionismo” i rettori campani, alla luce delle dichiarazioni rilasciate ieri dal rettore dell’università del Sannio, Bencardino. Bencardino, in occasione della presentazione di un Accordo di programma tra il ministero dell’Istruzione, la Campania e i sette atenei della Regione, ha affermato – sottolinea la Rete – “…tra l’altro noi (intende i Rettori, ndr) abbiamo collaborato per portare avanti la riforma, anche cercando di contenere le pressioni che venivano dal basso, dagli studenti, dai colleghi ricercatori. Ci siamo riusciti, la riforma è andata in porto, adesso il governo si deve impegnare nell’aiutarci con un piano decennale di attenzione, di incremento dell’Ffo perché le università italiane stanno avendo un momento difficile, ma particolarmente difficile è il momento delle università del Mezzogiorno perché il contesto è più difficile”. “Purtroppo la trascrizione dell’italiano parlato non è mai pari alla finezza di qualsiasi ragionamento, ma in questo caso – osserva la Rete – non si sbaglia: siamo stati con voi, invece che coi colleghi ricercatori e con gli studenti, quindi adesso pagate. Non si ha notizia, negli annali della storia dell’università mondiale, di un caso simile di bassezza, di un piegarsi così docilmente al volere del governo in carica, dimenticandosi di ascoltare o anche solo di prendere in considerazione i motivi delle proteste che evidentemente, per Bencardino e per tanti suoi colleghi, non erano rilevanti”. Secondo la Rete anche durante la firma dell’intesa di ieri “hanno dato prova che loro la firma la mettono volentieri e con solerzia, anche se non c’é la promessa di un centesimo, anche se l’accordo prevede il ridimensionamento dei corsi di studio e delle sedi, anche se il governo ha sbeffeggiato in tutti i modi gli universitari definendoli fannulloni e vecchi arnesi di apparato, anche se ha stretto alla gola tutto il sistema universitario tagliando le risorse ed eliminando sbocchi per i giovani aspiranti ricercatori, anche se ha decurtato gli stipendi dei professori e dei ricercatori e li ha bloccati fino al 2013”.