POLITICA
Vertenza lavoratori Consorzi, Maglione (M5S) chiede l’intervento del Prefetto e della Procura della Repubblica

Ascolta la lettura dell'articolo
“La vicenda dei lavoratori dei Consorzi rappresenta la negazione del diritto al lavoro nonostante esso sia stato riconosciuto dagli innumerevoli pronunciamenti dei giudici. In uno stato di diritto le sentenze emesse dalla Magistratura dovrebbero essere rispettate ma, in questo caso, tutto ciò non avviene dimostrando ancora una volta che il Sannio non è un’isola felice così come potrebbe sembrare”.
E’ quanto dichiara il candidato consigliere alle prossime regionali nella lista circoscrizionale di Benevento del Movimento 5 Stelle, Pasquale Maglione, intervenendo con una nota sulla vertenza dei lavoratori dei Consorzi, per la quale sollecita “un rapido intervento del prefetto di Benevento, Paola Galeone al fine di ripristinare la legalità” e invita la Procura della Repubblica “a fare chiarezza sulla vicenda per accertare se siano ravvisabili dei reati penalmente perseguibili”.
Nel sottolineare che “il M5S continuerà a vigilare su questa vertenza mettendo in essere tutte le azioni, sia a livello locale che nazionale ed europeo, necessarie affinché il diritto sia attestato”, Maglione evidenzia che “ciò che risulta essere particolarmente rilevante è il documento pervenuto dalla Regione Campania che ha dichiarato la natura pubblica dei Consorzi di Bacino stabilendo, inoltre, l’impossibilità di poter inserire nelle liste di mobilità i dipendenti dei Consorzi della Provincia di Benevento licenziati in ossequio alla legge 223/91 in quanto tale disposizione è applicabile solo nella sfera privatistica”.
“E’ evidente – aggiunge – che si tratti di un’ulteriore provvedimento illegittimo volto esclusivamente ad estromettere i lavoratori dal mondo del lavoro. I soggetti liquidatori, nominati dal presidente della Provincia così come indicato dalla legge 26/2010, invece di provvedere alla gestione ordinaria dei Consorzi, si sono preoccupati di individuare tutti gli escamotage per violare i principi costituzionalmente garantiti, ovvero il diritto al lavoro e il diritto di garantire una vita libera e dignitosa ai lavoratori e alle proprie famiglie”.
“Risulta essere necessario – conclude Maglione – chiedere, in via definitiva, rimostranze alle Istituzioni che con il loro comportamento, omissivo o commissivo, abbiano determinato la nascita di questa anomala vertenza”.