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Cerreto Sannita, mutuo del Comune per pagare i debiti, ‘Da Sempre per Cerreto’: “Così non si risolve il problema”

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“In questi giorni d’estate s’apprende la notizia di un nuovo mutuo trentennale di 890.121,95 euro acceso dal comune di Cerreto Sannita e finalizzato all’estinzione dei debiti accumulati fino al 2012. La pagina ufficiale di facebook del Comune ha riportato la notizia evidenziando “particolari benefici” dell’operazione e chiudendo il post con un augurio di tempi migliori, quest’ultimo condivisibile in pieno”. Così l’associazione “Da Sempre per Cerreto” in una nota diffusa alla stampa.

“Quale cittadino di Cerreto – scrive Valerio Del Nigro membro di ‘Da Sempre per Cerreto’ – non si augurerebbe un futuro prospero per il proprio paese? Dunque proprio poiché siamo tutti accomunati da questa speranza, sono venute fuori quasi in automatico delle riflessioni in merito a tale operazione. Partendo dal presupposto che un Comune che ha bisogno di ricorrere ad anticipi (per quanto vantaggiosi essi possano essere) è un Comune che ha dei problemi nella sua gestione finanziaria, siamo sicuri che tamponando in questo modo la ferita nel breve periodo si riesca ad evitare poi l’infezione nel lungo? I debiti accumulati fino al 2012 saranno finalmente pagati, cosa buona e giusta, ma, poiché non abbiamo vinto al Superenalotto, nello stesso momento si accenderanno nuovi debiti in quanto ovviamente questi soldi andranno riconsegnati al mittente, maggiorati degli interessi (2,274%).

A questa soluzione prospettata dalla nostra Amministrazione – aggiunge la nota – non sarebbe opportuno accompagnare delle riflessioni sul perché di così tanti debiti accumulati, e quindi di questi problemi finanziari che ci vedono costretti a chiedere ancora soldi? Altrimenti sembra di assistere alla solita scena di chi si appresta ad iniziare una dieta e risponde con il solito “inizio domani ” a chi gli chiede perché non abbia ancora cominciato.

Alcune risposte – spiega Del Nigro – sembrano emergere leggendo la sentenza della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la regione Campania datata 10 Dicembre 2013 in merito al piano di riequilibrio presentato dal nostro Comune in risposta alla situazione di possibile collasso finanziario. Si evince tra le tante cose una ‘limitata capacità di riscossione delle entrate iscritte in bilancio’. Tale definizione dovrebbe stare a significare che il nostro Comune ha problemi cronici (almeno dal 2009) ad incassare somme che gli spetterebbero. Le somme di cui si parla nella sentenza non sono spiccioli poiché ‘… nel 2009, a fronte di un accertamento dei primi tre titoli delle entrate per € 5.238.704,04, si riscuotevano somme pari a € 2.453.086,82 (tasso di riscossione del 46,83%). Il tasso di riscossione peggiorava nel 2010 (attestandosi al 39,12%): infatti, a fronte di accertamenti dei primi tre titoli delle entrate per € 6.088.579,67, si riscuotevano soltanto € 2.381.906,54. Anche i risultati del 2011 confermano la difficoltà a riscuotere le entrate: a fronte di accertamenti dei primi tre titoli pari a € 6.741.184,91, l’ente riscuoteva somme pari a € 2.256.632,19 (tasso di riscossione pari al 33,48%). Nel 2012, a fronte di entrate dei primi tre titoli accertate per € 5.294.311,72, si riscuotono entrate per € 2.641.884,27 (tasso di riscossione pari al 49,90%)…’.

Basta dare uno sguardo velocemente a questi dati – commenta l’associazione ‘Da Sempre per Cerreto’ – per capire che si parla di milioni di euro che ogni anno sono stati accertati ma non effettivamente riscossi. Tale situazione ha portato il Revisore ad incitare l’amministrazione comunale senza troppi giri di parole: ‘Il Revisore invita, nuovamente, l’Ente a monitorare costantemente l’andamento delle riscossioni e nel caso in cui si registrino significativi peggioramenti ad agire in maniera tempestiva per il recupero coattivo degli eventuali crediti non riscossi e di utilizzare il Fondo svalutazione crediti che dovrà essere maggiormente provvisto’.

Nella scomposizione delle entrate – prosegue il comunicato -, le criticità maggiori si sono riscontrate relativamente alle entrate correnti (fondi da Stato,Regione e Provincia) e alle entrate extratributarie (proventi derivanti dall’utilizzo di un servizio pubblico). Nel 2010 addirittura le entrate relative all’utilizzo di un servizio pubblico sono state appena del 13,71%. La situazione mostra risultati migliori relativamente alle riscossioni tributarie (imposte sulla casa, Irpef e tasse sui rifiuti) con un risultato dell’84,39 % nel 2012. Queste problematiche che portano il nostro Comune a non agire al 100% delle sue potenzialità si riflettono inevitabilmente sull’operato del nostro Ente, per cui il Revisore ‘denota una grave difficoltà ad assolvere le funzioni e i servizi indispensabili’.

La cronica crisi di liquidità – sottolinea Del Nigro – trova sollievo mediante ‘utilizzo di entrate a destinazione vincolata oltre ad anticipazioni di tesoreria non restituite a fine esercizio’. Tutta questa situazione non sembra purtroppo simile alla scena del cane che prova a mordersi la coda? Ci prova e ci riprova ma non riuscirà mai a prenderla”. Come se non bastassero questi problemi cronici che portano Cerreto Sannita a non essere in grado di vivere di luce propria e ad essere costretta continuamente ad affannarsi per risolvere questa o quella esigenza di bilancio. Emerge in questi giorni uno studio di Siope-Banca d’Italia, che inserisce Cerreto Sannita tra i paesi più spendaccioni della provincia di Benevento e quasi sicuramente costretto a penalizzazioni future.

Sembra strano ma vero – conclude la nota – incassiamo meno di quanto dovremmo e spendiamo più di quanto dovremmo. In questo contesto ci troviamo dunque ad apprendere dell’accensione dell’ultimo mutuo da parte del nostro ente che, come già detto, risolve sicuramente problemi seri, ma lo fa temporaneamente perché se non si riesce ad agire sulla causa di tali squilibri. Gli stessi probabilmente si presenteranno in futuro e serviranno ancora mutui su mutui. Forse ci siamo già spinti oltre per avere la pretesa di risanare con azioni pratiche la nostra situazione finanziaria, ma come emerge dalla sentenza, provare almeno a monitorare con maggiore incisività le fonti di sostentamento del nostro Ente e allo stesso tempo gestire con maggiore raziocinio le spese dello stesso potrebbe contribuire ad un timido miglioramento o come preferite ad un minore peggioramento della situazione complessiva”.

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