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POLITICA

Assemblea dell’Ato, ‘nessun blitz di fine anno’

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Tra le decisioni assunte il 22 dicembre dal Consiglio dei Ministri con il cosiddetto Decrto Milleproroghe, c’è anche quella relativa al posticipo al 1 gennaio 2012 della soppressione degli Ato, gli ambiti territoriali ottimali, per la gestione di acqua, rifiuti e altri servizi. Alla base con ogni probabilità l’imminente referendum sull’acqua pubblica, che è stato già avallato dalla Consulta e che attende nelle prossime settimane la calendarizzazione da parte della Corte di Cassazione. Il referendum potrebbe ridisegnare gli effetti della norma in forza della quale anche il servizio idrico detiene rilevanza economica ed è pertanto soggetto alle regole della concorrenza e del mercato. I comitati che hanno raccolto un milione di firme contro la privatizzazione, puntano a stralciare il bene dell’acqua dalle procedure di gara e dalle logiche mercantili (l’abolizione degli Ato avrebbe lasciato il settore idrico senza una pur minima regolamentazione).
Comunque, le operazioni e le trattative per l’affidamento del servizio idrico integrato potranno avvalersi di un lasso di tempo maggiore rispetto alla naturale scadenza prevista originariamente al 31 dicembre 2010 e la partita della gestione dell’acqua in Irpinia (e nel Sannio) si apre ora a nuovi scenari.
La prossima assemblea, già fissata nel corso di questa settimana dal Calore Irpino per decidere sull’affidamento, ora perde i suoi connotati drammatici. Per il presidente dell’Ato, Antonio Festa, «la proroga consentirà di raggiungere gli obiettivi fissati in questi mesi in un clima istituzionale più sereno». Ma non cambia la tabella di marcia, ha spiegato a Ottopagine. «Qualche mese in più a disposizione non deve indurre noi o i nostri interlocutori a temporeggiare, rispetto ad un dovere che l’ente d’ambito ha nei confronti degli utenti delle province di Avellino e Benevento, oltre che degli enti locali».
Per Umberto Del Basso De Caro, esponente del Pd sannita e consigliere regionale dei democratici, “i sindaci del Sannio nella prossima assemblea dell’Ato, convocata per il 29 e 30 dicembre prossimi, dovrebbero evitare il ‘botto di fine anno’ poichè si vorrebbe affidare il servizio idrico integrato all’Alto Calore Servizi Spa.
Tale affidamento è del tutto illegittimo alla luce della decisione della Corte Costituzionale n. 325 del 2010 che ha ribadito il concetto di rilevanza economica del servizio pubblico e, dunque, la necessità di procedere a gara per l’affidamento del servizio idrico integrato nelle province di Benevento ed Avellino.
Parimenti illegittima è la possibilità di individuare nell’Alto Calore Servizi Spa il coordinatore dei gestori operanti nell’Ato poiché la figura del soggetto coordinatore è stata espressamente abrogata da una norma di legge ed inoltre nella recente Conferenza dei Servizi, 11 gestori, tra cui Gesesa, hanno manifestato dissenso alla possibilità di affidare il servizio idrico integrato all’Alto Calore Servizi Spa e di questa posizione, evidentemente, non si potrà non tenere conto sul piano giuridico e, ancor più, su quello politico.
Una possibilità di evitare la procedura di pubblica evidenza è rappresentata dalla costituzione di una Società a capitale interamente pubblico, partecipata da tutti gli Enti Locali Sanniti ed Irpini che abbia i requisiti richiesti dall’Ordinamento Comunitario per la gestione cosiddetta “in house” e, comunque, nel rispetto dei principi contenuti nella disciplina Comunitaria in materia di controllo analogo. E’ bene evitare forzature, illegittimità gravi e, soprattutto, scippi ai danni dei cittadini”.
"L’affidamento del Servizio Idrico Integrato è un passaggio importante e strategico per il territorio. Siamo già in ritardo ma ancora non siamo pronti per avviare questa fase strategica in quanto non c’é stata un’attività collaborativa tra i gestori". Così sul tema si è espresso anche l’ex parlamentare irpino, Pasquale Giuditta, sindaco del comune di Summonte. "Sia i gestori che l’Ato non sono ancora pronti per le procedure di affidamento, per il quale oltretutto è essenziale un equilibrio territoriale, una concertazione tra i gestori del territorio. Non può essere un atto pianificato dal punto di vista numerico, deve essere un atto di grande condivisione e non un atto di prepotenza, per altro illegittimo, come qualcuno afferma”.

 

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