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Raddoppio Napoli-Bari, interrogazione parlamentare: “Penalizzate le frazioni Cantinella e Saiano di Sant’Agata de’ Goti”

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E’ stata presentata alla Camera dei Deputati dall’on. Arturo Scotto di SEL un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro per le Infrastrutture ed i Trasporti oltre che al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, avente ad oggetto la problematica riguardante il raddoppio della tratta ferroviaria “Napoli-Bari – tratta Cancello – Frasso Telesino”, nella parte che interessa l’attraversamento del territorio di Sant’Agata de’ Goti, ed in particolare la frazione di Cantinella e la contrada di Saiano. A sollecitare l’intervento l’assessore alla Partecipazione popolare del comune di Sant’Agata de’ Goti Angelo Montella, anche nella sua qualità di responsabile Enti Locali di Sinistra Ecologia e Libertà del Sannio.

“Premesso che – si legge nel testo dell’interrogazione il raddoppio ferroviario della tratta Napoli – Bari e la trasformazione della stessa in una linea ad alta capacità è un’opera strategica per l’Italia ed è una grande opportunità di sviluppo per il Sud del Paese;
in data 8 ottobre 2009, con nota prot. n. 16758, il comune di Sant’Agata de’ Goti, ai sensi dell’articolo 170 comma 2 del decreto legislativo n. 163 del 2006, rappresentò alla società ITALFER SpA che l’intervento proposto ricadeva in zona «E8» (zona omogenea agricola semplice) del vigente piano regolatore generale, approvato con D.P.A.P. n. 13339 del 25 maggio 1994, in zona P.A.F. (zona di protezione del paesaggio agricolo di fondovalle), in zona R.U.A (zona di restauro paesistico ambientale e di recupero urbanistico edilizio) ed in zona C.A.F. (zona di conservazione del paesaggio agricolo di declivio e fondovalle) del vigente Piano paesistico territoriale approvato con decreto ministeriale del 30 giugno 1996; il comune ravvisò inoltre che lo stesso intervento, per alcuni tratti, non risultava rispondente al tracciato di previsione del vigente piano regolatore generale e che i vincoli preordinati all’esproprio erano, da tempo, decaduti;

in data 2 marzo 2012 la regione Campania, con propria nota prot. n. 165506 pervenuta a mezzo fax ed acquisita al prot. n. 4436 il 5 marzo 2012, invitava il comune di Sant’Agata de’ Goti ad esprimersi sul progetto in epigrafe entro il termine dell’8 marzo 2012, precisando, al contempo, che si sarebbe pronunciata positivamente sulla localizzazione dell’intervento;

con delibera di giunta comunale n. 54 del 7 marzo 2012 l’amministrazione comunale di Sant’Agata de’ Goti esprimeva parare negativo sull’attuale localizzazione del tracciato rilevando che il localizzando tracciato, così come progettato, poiché sviluppato in gran parte su viadotti, penalizza e danneggia ulteriormente una zona già fortemente interessata da infrastrutture di trasporto, quali ad esempio l’attuale linea ferroviaria, la strada provinciale 265 e la strada a scorrimento veloce Fondo Valle Isclero, con pregiudizio significativo ai danni della comunità e delle condizioni di vivibilità della zona;

l’amministrazione chiedeva dunque alla giunta regionale della Campania di valutare l’opportunità di spostare il raddoppio ferroviario lungo il tracciato della linea esistente;
nell’incontro istituzionale con i comuni interessati per il rilascio dei pareri sul progetto preliminare relativi al raddoppio ferroviario Napoli – Bari tenutosi il 17 gennaio 2013 a Roma presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la delegazione del comune di Sant’Agata de’ Goti composta dal sindaco Carmine Valentino e dall’assessore Angelo Montella esprimeva parere negativo al progetto preliminare per le motivazioni di cui sopra e chiedeva ad R.F.I. di aprire un tavolo programmatico con l’ente; con delibera n. 35 dell’8 febbraio 2013 la giunta regionale della Campania, a modifica della delibera 103 del 2012 del 13 marzo 2012, esprimeva il proprio consenso al progetto preliminare.

Nessuna motivazione e analisi comparativa – prosegue l’interrogazione di Scotto – è stata fatta a supporto della scelta operata, mentre vi sono ottimi e irrinunciabili motivi per esprimere, dal punto di vista del Governo del territorio, un parere altamente negativo poiché il nuovo tracciato si accumula, come barriera territoriale, ad altre già presenti in loco e costituite dai confini del territorio di ben quattro comuni, dalla Ferrovia in servizio, dalla strada provinciale (ex strada statale) 265 e dalla superstrada di livello regionale fondo Valle Isclero; inoltre la posizione prefigurata dal progetto, a ridosso delle frazioni Cantinelle e Saiano del comune di Sant’Agata de’ Goti, sterilizzerebbe tale parte di territorio, che, per sopravvivere, ha necessità dello spazio esistente tra la strada provinciale 265 e la superstrada Fondo Valle Isclero;

la necessità dello spazio vitale è dettata dalle attività esistenti in loco, come quelle legate alla coltivazione di un prodotto tipico di grandissima qualità quale la mela annurca;
anche dal punto di vista urbanistico-territoriale vi sono notevoli debolezze e fragilità dovute alla particolarità del tessuto urbanistico e dell’insediamento umano delle zone interessate;
far diventare le comunità di Cantinelle e Saiano un «ramo secco» del territorio comunale avrebbe bisogno di fortissime motivazioni e comunque di altrettanti fortissimi contrappesi di interventi, sia per ciò che riguarda la bonifica del tracciato esistente che accorgimenti del nuovo tracciato.

Per quale motivo – chiede quindi il deputato vendoliano – il comune di Sant’Agata de’ Goti non sia stato mai coinvolto in modo diretto da RFI al procedimento di formazione dell’opera di raddoppio della ferrovia Napoli – Bari relativamente alla tratta Cancello – Frasso Telesino ricadente sul proprio territorio. Si chiede inoltre se sia possibile evitare la realizzazione di un nuovo viadotto da costruirsi nel già esiguo spazio esistente tra il tracciato della vecchia rete ferroviaria, la SP 265 e la strada a scorrimento veloce regionale Fondo Valle Isclero, come da progetto preliminare; se sia realizzabile l’ipotesi di costruire il viadotto per il raddoppio della linea ferroviaria Napoli – Bari in aderenza o in stretta prossimità a quello, già esistente, della strada a scorrimento veloce Fondo Valle Isclero.

Infine se il Ministro interrogato possa garantire che la bonifica del vecchio tracciato ferroviario, una volta dismesso, sia posta totalmente a carico del soggetto attuatore del progetto di raddoppio ferroviario della tratta Napoli-Bari, al fine di poter restituire alla popolazione residente, senza oneri per il comune, spazi per lo sviluppo delle attività agricole e/o per opere legate alla socialità”.

“Sulla vicenda – ha commentato l’assessore di Sel al comune saticulano Angelo Montella – che riguarda la costruzione delle infrastrutture relative all’Alta Capacità Napoli-Bari sul territorio comunale, fin dal suo insediamento, nel giugno 2009, questa Amministrazione Comunale si è attivata in discontinuità con l’immobilismo totale di chi ci ha preceduto. Con il sindaco Valentino e con tutta l’amministrazione civica siamo riusciti a riaprire, con caparbietà, una partita che sembrava irrimediabilmente chiusa, portando la voce della comunità di Cantinella e Saiano, in particolare, in ogni consesso, dal tavolo regionale, che abbiamo riaperto, a quello nazionale con l’incontro al Ministero delle Infrastrutture a Roma. Anche se la scelta finale non spetta, per legge, al Comune, di certo non permetteremo che una zona come quella di Cantinella e Saiano possa essere ulteriormente danneggiata e sventrata dalla realizzazione di quest’altra opera così come progettata da RFI. Attendiamo la risposta dei Ministri interrogati che speriamo possa arrivare il prima possibile”.

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