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Consorzi rifiuti si avvicinano le procedure di licenziamento. Piero Mancini: “A rischio anche il Tfr”

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“Il commissario liquidatore del Consorzio Bn1, Carmine Cossiga, domani si porterà in città per avviare le procedure per far cessare lo status di lavoratori sospesi dei dipendenti del Consorzio. Cosa che faranno, logicamente, anche gli altri due commissari”.
A comunicarlo con una nota diffusa alla stampa, è Piero Mancini, portavoce dei lavoratori degli ex consorzi rifiuti
“Dal giorno dell’avvio della procedura – scrive Mancini -, i sindacati hanno 45 giorni per impugnare il provvedimento. Una pura formalità perché i sindacati non possono portare, questa volta, sul tavolo dell’ORMEL nessuna proposta per far ritornare, in qualsiasi modo, al lavoro i 124 dipendenti degli ex Consorzi.
La proroga del progetto regionale – prosegue il portavoce – è sfumata da tempo. Questa volta niente e nessuno potrà fermare l’epilogo già scritto. I lavoratori sono talmente stressati che lo attendono come una liberazione, come la morte dopo una gravissima malattia.
La situazione – si legge nella nota – è veramente drammatica: chi si è opposto alla cassa integrazione ha ottenuto tre anni senza entrate ed anche l’impossibilità di usufruire della disoccupazione dopo il licenziamento. Una perdita secca di circa 48mila uro per ogni lavoratore. A questi, in alcuni casi, secondo i versamenti dei contributi accantonati ( e non ) dai CdA dei tre Consorzi, si aggiungerà la perdita di altre migliaia di euro del Tfr.
Qualora, – afferma il portavoce dei lavoratori – fra poche settimane, si dovesse scoprire che del Tfr resterà poco o niente, ci troveremo al cospetto di uno scandalo e una truffa di enormi proporzioni, su cui la magistratura non potrà non indagare. Il sottoscritto, come tutta la stampa può testimoniare, si è fin dall’inizio battuto per la cassa integrazione in deroga, ricevendo, per questo, improperi, accuse fantasiose, diffamazioni e calunnie, soprattutto per passaparola. Era l’ultima possibilità, reale e concreta, di avere ancora un legame con il mondo del lavoro e di poter usufruire dei diritti che ciò comporta.
Ancora una volta – conclude Mancini – diamo notizie certe e sicure ai lavoratori, come sempre abbiamo fatto in questi tre anni. Poche settimane or sono siamo stati accusati di svolgere la nostra onesta opera informativa perché animati da un perverso divertimento ad alimentare il panico dei colleghi che da tre anni vivono in una situazione di grave disagio economico e prostrazione psicologica. Ma, come sempre, il tempo è galantuomo e, infine dà torto e ragione. A volte, quando il torto arriva alla diffamazione pubblica, diventa anche, economicamente, doloroso”.