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S. Arcangelo Trimonte: “La discarica riempita di rifiuto talquale sta franando”. Lo dichiara Nicola Colangelo, presidente del Codisam

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In una nota, Nicola Colangelo, presidente del Codisam, Comitato difesa Salute Ambiente di Sant’Arcangelo Trimonte, interviene sulla grave situazione in cui vessa la discarica di Contrada Nocecchie. Uno sversatoio, per il Comitato, realizzato “in deroga a qualsiasi normativa sia italiana che europea. Lo abbiamo denunciato alla Procura della Repubblica di Benevento, allegando relazione geologica. Nessuna risposta! La discarica riempita di rifiuto talquale sta franando. La DANECO spa di Milano che ha realizzato e gestisce la discarica ha costruito palificate in cemento armato per arginare la frana. Non ci è dato sapere l’entità di soldi pubblici spesi per realizzare le palificate! In seguito alla provincializzazione dei rifiuti (D. Leg. 195 del gennaio 2010) alla provincia di Benevento servono ora 18 milioni di euro per costruire la 4° palificata per reggere la discarica assegnatagli dallo Stato.”

 

Nicola Colangelo si interroga, anche alla luce della nuova emergenza rifiuti, scoppiata nell’Ottobre 2010. “Il sindaco di Napoli e il presidente della provincia”, continua il presidente del Codisam,”dichiarano che non hanno fondi per la differenziata. Come è possibile che i soldi per la costruzione delle palificate ci sono e quelli per la differenziata no? E’ questa una tragedia che va avanti da 16 anni: periodicamente scoppia un’emergenza rifiuti e subito il “supereroe” di turno, risolve tutto in 10 giorni! Ma come? Facendo buchi e interrando i rifiuti, costruendo discariche illegali, costruendo inceneritori di dubbia tecnologia.
In 16 anni nessuno ha mai pensato di far diminuire la produzione dei rifiuti con l’unico mezzo ormai collaudato e strautilizzato nel resto del mondo: la raccolta differenziata. Non far partire la raccolta differenziata, significa instaurare una costante condizione di Emergenza Rifiuti. In nome dell’emergenza, il sistema lobbistico che “Governa”, può derogare qualsiasi norma.

 

Si possono dirottare soldi pubblici, provenienti dalle bollette degli italiani (CIP 6), che servirebbero per finanziare opere di energia alternativa e pulita, per finanziare invece opere di incenerimento e di stoccaggio dei rifiuti. Ci sono “ditte” che con l’emergenza rifiuti, guadagnano soldi (provenienti dal CIP 6) per ogni tonnellata di rifiuto stoccato. Se poi si pensa che è la stessa unica “ditta“ a gestire il ciclo completo dei rifiuti, si capisce anche perché nessuno ha interesse a far partire la raccolta differenziata.

 

Ecco il riassunto di 16 anni di inventata, voluta, imposta, disonesta EMERGENZA RIFIUTI. Se avessero smaltito i rifiuti cosi come hanno smaltito i soldi degli italiani ( oltre i 3 miliardi di euro ), non solo la Campania ma l’Italia intera sarebbero ancora il giardino d’Europa.”

 

Non solo critiche, ma anche proposte di soluzioni arrivano dal Comitato di Sant’Arcangelo Trimonte. “C’è bisogno di una nuova visione dei rifiuti orientata alla sostenibilità ambientale e al recupero dei territori compromessi: raccolta differenziata “estrema” finalizzata al riciclo totale della materia senza l’utilizzo di impianti inquinanti ( es:Veneto- Comune di Ponte nelle Alpi, 90/95 % di raccolta differenziata, diminuzione della spesa pro capite per lo smaltimento dei rifiuti, creazione di nuovi posti di lavoro nella filiera dei rifiuti).”

 

Necessario per il Codisam anche partire a monte della produzione dei rifiuti riducendo gli imballaggi industriali.

 

Ma soprattutto necessario separare la frazione umida dei rifiuti da quella secca (carta, plastiche, vetro…). Recuperando l’umido, si può trasfrormare in compost. “A tal fine”, continua la nota, “sarebbe importante coinvolgere le aziende agricole, che potrebbero dare un prezioso contributo accorciando la filiera del riciclo del materiale organico. Gli impianti di CDR potrebbero essere riadeguati in impianti che separano meccanicamente i rifiuti, producendo nuovi materiali riutilizzabili e biodegradabili; impianti in grado di separare le diverse frazioni secche e recuperare i flussi di materiali dai rifiuti per avviarli al riciclo.”
Solo cosi può finire l’emergenza rifiuti e solo cosi la Campania potrà tornare ad essere una regione “normale”.

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