ECONOMIA
Dal fango alla rinascita, il pastificio Rummo si racconta nel giorno del ricordo: “Non ci siamo mai abbattuti”
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La voce inconfondibile di Luca Ward che racconta, in tono epico, la notte in cui l’acqua e il fango provocarono danni ingenti allo stabilimento. Dolore che in poco tempo si è trasformato in determinazione, in un punto di ripartenza. Si è aperto così l’evento “Rummo, una storia di rinascita e coraggio”, organizzato dall’azienda beneventana a dieci anni dall’alluvione, proprio nel giorno dell’anniversario.
Le immagini si sono fatte parole quando sul palco è salito Cosimo Rummo, presidente e amministratore delegato del pastificio. “Una tragedia, i danni erano ingenti. Tutti ci davano per morti“, ha ricordato l’imprenditore sannita. Dopo l’alluvione, con il 35% della capacità produttiva distrutta, l’azienda riuscì in soli sei mesi a rigenerare i macchinari e a tornare a pieno regime.
La ripartenza è diventata anche un caso di studio ad Harvad, esempio internazionale di rilancio industriale e di gestione d’impresa in tempi di crisi.
In mattinata, Rummo ha anche voluto celebrare i dipendenti del pastificio consegnando una medaglia commemorativa a chi ha vissuto quei giorni in prima linea. “Sono stati loro, insieme alla famiglia, ad aver salvato quest’azienda”, ha aggiunto. Un gesto simbolico ma potente, che ha restituito centralità alle persone e alla cultura d’impresa che caratterizza il marchio di pasta oggi tra i più apprezzati al mondo. Fondamentale fu anche il tam-tam mediatico, di cui Rummo ha raccontato la genesi
“Nacque l’hashtag #LAcquaNonCiHaMaiBattuti – una frase spontanea lanciata da un giovane, figlio di un collaboratore esterno – che in poche ore divenne virale e portò quasi un milione di follower a sostenere l’azienda».
Oggi Rummo rappresenta un punto di riferimento per la pasta di alta gamma, con investimenti dedicati all’innovazione e alla qualità. “Siamo un’azienda a debito zero”, ha sottolineato con orgoglio l’imprenditore, rilanciando anche un appello alle istituzioni per costruire una nuova cultura della prevenzione. “Noi stiamo sensibilizzando a livello regionale per la manutenzione dei fiumi e questo è un problema a livello nazionale perché in alcune regioni non ci sono le leggi e i fiumi sono stati abbandonati per decine e decine di anni. Basta guardare ciò che è successo in Emilia Romagna dove al centro dei fiumi invece di essere l’acqua ci sono delle montagne di sabbia con degli alberi che crescono come delle foreste, questo è un fatto praticamente inappropriato che io non condivido assolutamente”.