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Dal Ghana a Benevento, la storia di Musah Awudu: mediatore di umanità e testimone di accoglienza

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Dopo tre anni di studio portati avanti senza mai interrompere il suo impegno professionale, Musah Awudu ha conseguito la laurea in Mediazione linguistica internazionale con indirizzo giuridico-economico presso l’Università “Giustino Fortunato” di Benevento. Un traguardo che certifica formalmente una competenza già da tempo riconosciuta sul campo da colleghi, beneficiari, istituzioni e amici.
In Italia da circa vent’anni, Musah, originario del Ghana, ha affiancato il Consorzio Sale della Terra fin dalla sua nascita. Era il 2014 quando, su richiesta di Angelo Moretti, oggi Presidente della Rete di Economia Civile, ha iniziato il suo percorso da mediatore nella Caritas di Benevento, contribuendo alla costruzione del primo nucleo di accoglienza, poi diventato una rete che oggi conta oltre 30 SAI nel Sud Italia.
“Musah – ha dichiarato Moretti – è molto più di un mediatore: è una pietra miliare della nostra rete, un esempio di equilibrio, saggezza e giustizia. Ha saputo insegnarci il valore della differenza senza ideologie, facendoci comprendere la complessità delle culture che accogliamo ogni giorno”.
Il suo ruolo è andato consolidandosi nel tempo, fino a diventare il coordinatore dei mediatori culturali di Sale della Terra. La sua attività non si è mai limitata alla traduzione linguistica: Musah è stato – e continua a essere – un ponte tra persone e mondi, capace di dare voce a chi spesso non ne ha.
“Ho deciso di laurearmi – racconta – per dare una base teorica a quello che faccio da anni. Lavorare nel sociale richiede preparazione e curiosità, non basta la buona volontà. È necessario conoscere e capire chi hai davanti. Sono stati tre anni intensi, che mi hanno portato a rafforzare ulteriormente le mia convinzione che è necessario, oggi più che mai, valorizzare maggiormente la figura del mediatore culturale, anche perché, se dovessi definirlo con una sola parola, direi che è principalmente un motivatore”.
Nel giorno della proclamazione, la comunità del Consorzio ha celebrato questo traguardo come un riconoscimento collettivo. “Musah è un punto di riferimento per tutti, anche per le istituzioni – ha aggiunto il Vicepresidente Francesco Giangregorio – ho avuto la fortuna di averlo accanto e di imparare tanto da lui”.
La sua tesi, dal titolo “Pratiche della comunicazione nel SAI”, è un lavoro di sociolinguistica che racconta dal punto di vista linguistico e culturale l’esperienza dell’accoglienza e della mediazione sul campo.
Musah Awadu oggi è, a tutti gli effetti, il simbolo di un’accoglienza che non si limita a ricevere, ma che costruisce legami duraturi, promuove diritti, genera cambiamento.
Per la Rete Sale della Terra, il suo percorso non è solo una storia di crescita personale, ma una testimonianza viva del valore umano e sociale che guida ogni giorno il nostro lavoro.