Sindacati
Ambulanze senza medico: la CIMO FESMED presenta esposto alla Procura

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Un esposto è stato presentato alla Procura della Repubblica di Benevento dalla Federazione CIMO FESMED – Sezione ASL BN, a firma del segretario aziendale Emilio Tazza. Il documento è stato trasmesso anche all’Ispettorato del Lavoro e al Direttore generale della ASL sannita.
Al centro dell’iniziativa, spiega il sindacato medico, c’è la necessità di fare chiarezza su una questione tecnica ma di grande impatto: una presunta errata interpretazione normativa da parte dell’Azienda che, nel tempo, avrebbe avuto ricadute importanti sull’efficienza del servizio 118 e sulla sicurezza dei cittadini.
Secondo quanto evidenziato nell’esposto, la ASL avrebbe adottato una prassi gestionale basata su un’interpretazione sbagliata del D.Lgs. 66/2003, sostenendo l’esistenza di un limite massimo di 48 ore mensili per le prestazioni aggiuntive dei medici. Ma la normativa, sottolinea la CIMO FESMED, parla chiaramente di un limite di 48 ore settimanali complessive, includendo straordinari e prestazioni aggiuntive.
Questa discrepanza, secondo il sindacato, ha impedito alla ASL di autorizzare migliaia di ore di lavoro medico potenzialmente disponibili, aggravando la cronica carenza di personale. Da qui, la conseguenza diretta: numerosi turni del servizio 118 sono stati effettuati in modalità “demedicalizzata”, cioè senza medico a bordo, con ambulanze ridotte alla sola presenza di infermieri e autisti soccorritori.
A peggiorare il quadro, si segnalano anche ricadute sul piano dei diritti contrattuali: secondo la denuncia, sarebbero state sottratte ferie e ore destinate alla formazione e all’aggiornamento professionale, in violazione delle tutele previste per il personale sanitario.
Nonostante le ripetute richieste di chiarimento e adeguamento da parte delle rappresentanze sindacali – anche in sedi ufficiali – la situazione non ha trovato soluzione.
Da qui la decisione, spiegano i promotori dell’esposto, di rivolgersi all’Autorità giudiziaria e agli organi ispettivi, non con finalità accusatorie, ma per ristabilire la corretta applicazione della legge e tutelare, in ultima istanza, il buon funzionamento del servizio sanitario e la salute dei cittadini.
“Confidiamo – conclude la nota – che le verifiche degli organismi competenti possano offrire un chiarimento definitivo su una vicenda tanto tecnica quanto delicata, che coinvolge il presente e il futuro del servizio di emergenza pubblica.”