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Come migliorare l’impronta ecologica delle infrastrutture

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Le opere civili e industriali modellano il territorio, sostengono la crescita economica e assicurano i servizi essenziali di una comunità moderna; allo stesso tempo, consumano risorse e generano emissioni lungo l’intero ciclo di vita. Per limitare questo peso ambientale risulta necessario ripensare materiali, metodi di progettazione, gestione energetica e manutenzione, puntando su soluzioni basate su scienza dei materiali, digitalizzazione ed economia circolare.
Materiali impermeabilizzanti a ridotto effetto ambientale
Il primo passo verso infrastrutture più sostenibili consiste nella scelta di materiali innovativi. Fra questi, le membrane impermeabilizzanti di nuova generazione garantiscono protezione a ponti, viadotti, coperture e gallerie, riducendo al minimo l’emissione di composti organici volatili.
Le formulazioni a base di poliuretano e poliurea ricavate da processamento di materie prime provenienti da biomasse vegetali offrono eccellenti prestazioni di resistenza meccanica e chimica e durabilità nel tempo.
Krypton Chemical Italia, realtà specializzata nei sistemi impermeabilizzanti e protettivi, di superfici, propone soluzioni studiate per ridurre l’impatto ambientale valorizzando prodotti ottenuti con materie prime da fonti rinnovabili. Si possono trovare tutte le informazioni sulla linea bio based qui: https://www.kryptonchemical.it/biobased/.
Utilizzando questi prodotti, il cantiere riduce la quantità di rifiuti, abbassa i tempi di fermo e garantisce al manufatto un ciclo di vita più lungo, con minori costi di gestione a lungo termine.
La progettazione con l’obiettivo di ridurre le emissioni
Un progetto improntato alla sostenibilità parte da modelli digitali integrati che consentono di valutare l’energia e le prestazioni dei materiali prima dell’avvio dei lavori. Il progettista, avvalendosi di analisi tecniche e di banche dati ambientali, sceglie soluzioni costruttive leggere e modulabili. In questo modo diminuisce la quantità di materie prime impiegate e si agevola il riciclo finale dei componenti.
Fondamentale risulta, inoltre, l’orientamento dell’opera: sfruttare l’irradiamento solare, la ventilazione naturale e l’illuminazione diurna riduce il fabbisogno energetico senza incidere negativamente su funzionalità e sicurezza. L’inserimento di tetti verdi, inoltre, attenua l’effetto isola di calore e migliora il microclima, con conseguenze positive sia per gli utenti che per l’ambiente circostante.
La gestione intelligente dell’energia nelle infrastrutture
Una volta completata l’opera, la strategia più efficace per contenere consumi e costi operativi consiste nell’impiego di sistemi di monitoraggio. Sono a disposizione sensori, contatori di ultima generazione e reti di comunicazione che permettono di registrare i flussi energetici e quelli di acqua, individuando in anticipo perdite o inefficienze.
Le piattaforme di analisi elaborano dati storici e informazioni basate su previsioni, indicando regolazioni che riguardano, ad esempio, illuminazione, climatizzazione o ventilazione meccanica.
Si possono anche integrare impianti fotovoltaici o turbine eoliche di piccola taglia per produrre parte dell’energia direttamente sul luogo. Un eventuale surplus può essere immagazzinato in batterie o ceduto alla rete, creando valore economico e assicurando continuità anche in presenza di interruzioni della fornitura esterna.
In tutti i casi, la combinazione di fonti rinnovabili e algoritmi di controllo riduce le emissioni di gas che alterano il clima, migliorando allo stesso tempo l’efficienza complessiva.
L’economia circolare nel ciclo di vita delle opere
Il passaggio da una logica lineare, che prevede fasi come estrazione, utilizzo, smaltimento, a un modello circolare che mira a ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale promuovendo il riciclo e il ricondizionamento dei prodotti, nel pieno rispetto dell’essere umano e dell’ecosistema.
Nel settore delle pavimentazioni, inoltre, le resine bio-based e i rivestimenti a emissioni quasi nulle rappresentano un’alternativa ai tradizionali prodotti a base di solventi. Esistono vari programmi di certificazione ambientale che incoraggiano questa impostazione premiando i progetti che dimostrano riduzione di rifiuti, uso di materiali riciclati e piani strutturati.