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Avvento, da Accrocca l’invito alla riscoperta della parola e della speranza
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Alla soglia dell’Avvento, l’Arcivescovo metropolita di Benevento, Monsignor Felice Accrocca, invia un messaggio di riflessione e speranza alla comunità. L’inizio di un nuovo Anno Liturgico si prospetta come un’opportunità speciale per rinnovare il cammino di fede, un tempo di crescita e di approfondimento spirituale. Mons. Accrocca invita la diocesi a vivere intensamente questo anno, caratterizzato dal Giubileo della Chiesa universale e dal cammino sinodale della Chiesa italiana, un percorso che stimola la comunità cristiana ad essere “pellegrina di speranza”.
Il Giubileo sarà un’occasione per la diocesi di Benevento di recarsi in pellegrinaggio a Roma, sabato 15 febbraio 2025, per incontrare Papa Francesco e attraversare la Porta Santa della Basilica di San Pietro. Un evento solenne che, nelle parole dell’Arcivescovo, deve rappresentare una vera opportunità di rinnovamento spirituale per ciascun fedele.
Mons. Accrocca evidenzia come il fondamento di questo cammino sia la Parola di Dio, descritta nella Lettera agli Ebrei come “viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio” (Eb 4,12). È attraverso questa Parola che i fedeli trovano forza e speranza, consapevoli che “ignorare le Scritture significa ignorare Cristo”, come insegna san Girolamo. Questa Parola, afferma l’Arcivescovo, non è solo un insegnamento teorico, ma una guida pratica che “penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito” e può essere una bussola per le scelte della vita quotidiana.
Per concretizzare l’invito a mettere al centro la Parola di Dio, Mons. Accrocca propone una serie di iniziative. Durante i tempi forti di Avvento-Natale e Quaresima-Pasqua, si incoraggia la comunità a praticare la Liturgia delle Ore, recitando Lodi e Vespri per educarsi alla preghiera basata sulle Scritture. Oltre a questo, viene suggerita la lectio divina in parrocchie singole o vicine, preferibilmente incentrata sul Vangelo della domenica successiva, per favorire una comprensione più profonda della liturgia festiva.
Per rendere questi incontri spiritualmente fruttuosi, Mons. Accrocca consiglia una metodologia orientata al confronto tra la Parola e la vita personale di ciascuno. Ogni partecipante è invitato a riflettere su cosa quella Parola significhi per la propria esperienza, chiedendosi: “Cosa dice questa Parola alla mia vita?” Un metodo che scoraggia discussioni generiche, e punta a una meditazione più intima e consapevole.
Gli animatori dei gruppi, siano essi sacerdoti, religiosi o laici, dovranno facilitare questa riflessione piuttosto che imporre lunghi discorsi. La brevità e il rispetto dei tempi sono essenziali: una breve introduzione seguita da riflessioni personali e conclusioni che durino massimo 70 minuti, in gruppi ridotti di 10-15 persone, è la struttura ideale secondo Mons. Accrocca. Una formula simile può essere adottata anche per i Centri di ascolto nelle case, favorendo la partecipazione di persone che raramente frequentano la parrocchia.
L’Arcivescovo propone, inoltre, di istituire una Scuola della Parola in ogni zona pastorale, per facilitare uno studio semplice e accessibile delle Scritture, senza scopi specialistici ma con l’intento di offrire una conoscenza di base dei Vangeli. Percorsi legati al cammino sinodale o al tema giubilare sono ideali per coinvolgere i fedeli. Coloro che desiderano proseguire su un percorso più approfondito possono anche iscriversi ai corsi biblici presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose.
Mons. Accrocca conclude la lettera con un richiamo al Maestro interiore, lo Spirito Santo, che istruisce ogni cristiano dall’interno. San Agostino scriveva: “Il suono delle nostre parole percuote le orecchie, ma il vero maestro sta dentro”. È lo Spirito a rendere davvero efficace l’incontro con la Parola, superando ogni intervento umano. Il messaggio dell’Arcivescovo è un invito a riscoprire la voce di Dio nel proprio cuore e ad ascoltare con apertura e umiltà.
Monsignor Accrocca chiude con un augurio: che questo anno sia davvero un “anno di grazia” per tutti, un tempo di crescita spirituale, di approfondimento nella fede e nella carità. Con queste parole, invita la comunità a vivere l’Avvento non come un semplice periodo di attesa, ma come un’opportunità di trasformazione profonda, alimentata dalla potenza viva e penetrante della Parola di Dio, quella “spada a doppio taglio” che può orientare la vita di ciascuno verso un rinnovato cammino di speranza.