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POLITICA

De Luca è solo e questa è la sua forza

Le regionali si vincono con le liste e si vincono in primo luogo al centro, ovvero nella palude dell’indistinto dove navigano a vista sindaci ed amministratori. Se dunque è vero che De Luca oggi è solo nella tempesta, è altrettanto vero che ha un alleato formidabile che si chiama tempo. Che passa veloce

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Vincenzo De Luca è solo nella tempesta. Ma questa solitudine, come proveremo a spiegare, è il suo vero punto di forza. La tempesta giudiziaria che ormai due settimane fa ha portato per un verso agli arresti per corruzione di Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e Presidente della Provincia di Salerno, quindi alle perquisizioni a carico di Giovanni Zannini, ras di terra di Lavoro, eletto ormai cinque anni nella lista del governatore, ha restituito ai suoi nemici il pretesto perfetto per passare all’attacco.

Alfieri, il Maradona del clientelismo scientifico, l’uomo delle fritture di pesce, sindaco in tre distinti comuni, vero custode del sistema di potere deluchiano in provincia di Salerno. Zannini, generale di un esercito di sindaci ed amministratori, ideologo del trasversalismo più spudorato, campione di preferenze. Due pilastri del sistema di potere dello sceriffo, due riferimenti difficilmente sostituibili, due custodi di un sistema di potere, quello deluchiano, fondato sul familismo amorale, sulla sistematica occupazione di ogni spazio di potere, sull’utilizzo privatistico della funzione pubblica e della rappresentanza.

La prova evidente ed inconfutabile di ciò che la Campania di De Luca è diventata, la prova inconfutabile della necessità di un cambiamento, almeno secondo i nemici del governatore, almeno secondo Elly Schlein e i suoi colonnelli.

In realtà nel contesto emerso da queste due inchieste c’è la spiegazione fulgida delle ragioni per le quali la pretesa di De Luca è fondata sul nulla. Il governatore si affanna a sostenere che il vincolo dei due mandati per i governatori è un’ingiustizia, posto che ci sono parlamentari che hanno alle spalle anche cinque o sei legislature. Una enorme fesseria, perché il parlamentare viene eletto senza vincolo di mandato per legiferare, esercita la propria funzione nell’ambito di un’assemblea, ed è una funzione esclusivamente di rappresentanza. Un governatore, invece, ha un pptere quasi illimitato, gestisce la spesa, che è il concime del consenso, è un interlocutore ineludibile per ogni amministratore, dunque persino a prescindere dai suoi intendimenti finisce con l’essere il terminale di un sistema di potere tentacolare, che presidia ogni spazio di rappresentanza e di potere.

Un sistema di potere come quello di Franco Alfieri e di Giovanni Zannini, a cui, evidentemente, auguriamo il meglio in punto processuale.
Ma questi, si dirà sono ragionamenti buoni per un talk show. Non sarà la quesitone morale a fare la differenza, non sarà la questione morale a spiegare la freddezza dei consiglieri regionali del Pd che proprio non ci pensano a rompere con il Nazareno per immolarsi alla causa dello sceriffo ma che, allo stesso tempo, non ci stanno a subire diktat da una segretaria che ha commissariato il partito ormai due anni fa e che oggi vorrebbe imporre il suo diktat e disporre dei loro voti.

È tutto molto più semplice. Le regionali si vincono con le liste e si vincono in primo luogo al centro, ovvero nella palude dell’indistinto dove navigano a vista sindaci ed amministratori. Se dunque è vero che De Luca oggi è solo nella tempesta, è altrettanto vero che ha un alleato formidabile che si chiama tempo. Che passa veloce.

De Luca è solo ma è proprio questa solitudine che gli restituisce forza. La solitudine alimentata per un verso da un centrodestra che stenta ad esistere, che sui territori continua a latitare, che affannosamente cerca un candidato che non c’è, e per altro verso da un Pd che si muove a tentoni alla ricerca di un’alternativa credibile al governatore rinnegato. Ecco, nel mare magnum dell’indistinto De Luca naviga in solitaria verso il terzo mandato e se tutti sarebbero pronti ad abbandonare la nave del Presidente, nessuno è disponibile ad un salto nel vuoto.

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