POLITICA
I turisti non votano. Che ce ne facciamo?
Anche quest’estate si contano centinaia di eventi tra Sannio e Irpinia per una spesa di milioni di euro. Eventi di cui non resta nulla. Tutto si risolve in un paio di giorni, in un diluvio di foto scattate dal drone per celebrare il bagno di folla. E poco conta se i musei restano chiusi, se mancano le risorse per garantire l’accessibilità ai luoghi di interesse, se non siamo nemmeno nelle condizioni di profilare i nostri target di riferimento. Questo è il più grande fallimento di De LucaAscolta la lettura dell'articolo
Il turista è tale se pernotta almeno due notti. Il turismo, nelle nostre aree interne, continua sostanzialmente a non esistere e non esisterà fintanto che non troveremo il coraggio di programmare, di rinunciare alla spesa per la spesa, di organizzare l’offerta garantendo accessibilità e servizi, fintanto che continueremo a disperdere milioni di euro per finanziare centinaia di eventi.
Ecco, se c’è un punto su cui De Luca ha certamente fallito è questo, e se persino lo sceriffo che seppe reinventare Salerno non è stato capace di imporre un radicale cambio di rotta su questo terreno, vuol dire, evidentemente, che sono i territori a non essere pronti alla sfida. Il che, altrettanto evidentemente, non fa di De Luca una vittima.
Ad osservare il calendario degli eventi estivi tra Sannio e Irpinia si perde la testa. Si contano centinaia di eventi, quasi uno per ogni campanile. Iniziative che puntualmente mobilitano migliaia di persone, che riempiono le piazze, sempre e comunque finanziate dalla Regione, di cui non resta nulla. Eventi ed iniziative anche pregevoli, che si alimentano dell’impegno attivo delle comunità, talvolta con il coinvolgimento di grandi nomi, che mettono in vetrina tradizioni e sapori, che rinnovano e rigenerano l’identità di luoghi e territori, ma che nascono e muoiono lì, nel giro di un paio di giorni. Eventi che però vanno necessariamente finanziati, perché quei soldi servono per coltivare consenso, per alimentare sistemi di potere, notabilati e clientele.
La logica dei finanziamenti a pioggia, la stessa logica che De Luca promise di superare una volta arrivato a Palazzo Santa Lucia estendendo il modello Salerno a tutta la Campania, ma che alla prova dei fatti ha continuato ad alimentare, cedendo al ricatto e alle pressioni dei suoi colonnelli, a loro volta prigionieri di sindaci ed amministratori.
Eventi, eventi, eventi. Molto spesso compressi nella stessa settimana, negli stessi giorni. E poco conta se i musei restano chiusi, se mancano le risorse per garantire l’accessibilità ai luoghi di interesse, se non siamo nemmeno nelle condizioni di profilare i nostri target di riferimento, se manca una visione complessiva dei territori, una narrazione riconoscibile, quell’unicità senza la quale non può esistere identità, non può esistere mercato.
E allora va bene così, allora tutto si risolve in un diluvio di foto scattate dal drone per celebrare il bagno di folla, tutto si risolve in un assalto alla diligenza che finisce con il mortificare anche la qualità di ciò che in questi eventi si propone all’avventore, perché conta solo la quantità, contano solo gli incassi che in quei pochi giorni si possono fare, incassi su cui spesso si campa un anno, in attesa della prossima edizione. E per la politica, manco a dirlo, contano i voti. Che si contano e non si pesano.