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POLITICA

Forza Italia 2027

Quella delle europee è stata una vittoria di apparato, una vittoria soprattutto meridionale. E campana. La prova che il partito non incrocia opinione e non ha alternative ad uscire dal cono d’ombra di Giorgia Meloni per riposizionarsi sulla linea indicata da Marina Berlusconi. A queste latitudini ha enormi margini di crescita ma l’orizzonte non può essere quello delle regionali

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Le elezioni europee hanno restituito a Forza Italia un risultato lusinghiero che tuttavia condanna il partito che fu di Silvio Berlusconi ad un bivio. Il partito ha ottenuto le percentuali più alte, molto superiori alla media nazionale, nel Mezzogiorno, grazie alla forza degli apparati di cui ancora dispone, mentre nel resto del Paese ha faticato a confermare le percentuali raccolte alle ultime politiche. Insomma, il partito ha tenuto sul voto strutturato ma non incrocia opinione diffusa, dunque la crescita va letta in funzione dell’astensione.

Questo, in fin dei conti, è il senso politico delle dichiarazioni che Marina Berlusconi ha rilasciato al Corriere orami due settimane fa, nello stesso momento in cui Giorgia Meloni veniva messa alla porta in Europa, con il suo inutile 28 per cento, negli stessi giorni in cui si moltiplicavano le analisi sulla miracolosa sopravvivenza di Forza Italia che di miracoloso, a ben vedere, non ha nulla. Un’intervista nella quale la prima genita del Cavaliere si è detta spaventata dai rigurgiti illiberali di questa destra radicale, più vicina alla sinistra di buon senso sui diritti civili, sulle libertà fondamentali della persona, e ha indicato nell’europeismo l’unico orizzonte possibile per il Paese come a voler porre l’accento sull’isolamento della destra sovranista sul piano europeo.

Insomma, o Forza Italia recupera la propria funzione storica, prova a farsi ciò che non poté mai essere nel Paese di Silvio, ovvero il grande partito liberale italiano, o è destinata ad estinguersi, a dispetto delle percentuali incoraggianti ottenute alle europee. Forza Italia non può crescere a destra, ma può allargare la propria capacità di rappresentanza allargando al centro, uscendo dal cono d’ombra della Fiamma, rivolgendosi all’elettorato laico e liberale, riorganizzando il proprio vocabolario attorno a parole diverse e persino antitetiche a quelle della destra sovranista, recuperando i mondi più avanzati del cattolicesimo democratico, investendo soprattutto sul grande mercato elettorale in espansione, rappresentato dalle nuove generazioni, che stanno riscoprendo il dovere della partecipazione e che proprio sui diritti, sulla tutela delle libertà fondamentali e sull’ambiente orientano il proprio consenso.

Dove sta scritto, d’altro canto, che questi temi debbano essere appaltati esclusivamente alla sinistra? La libertà della persona è il principio cardine della cultura liberale ed è il principio cardine su cui è stata edificata questa Europa. Su questo terreno Forza Italia è chiamata a rigenerarsi a recuperare la propria identità e la propria funzione, a riaprire la partita nel centrodestra, ma è chiaro che il presupposto è quello del rinnovamento.

Servono volti nuovi e nuove parole d’ordine, occorre aprire al ricambio generazionale, ferma restando la necessità di salvaguardare e valorizzare la capacità di radicamento del partito nelle sue roccaforti.

Ecco, dunque, che per Forza Italia, in Campania e nei nostri territori, si apre una grande partita. Perché a queste latitudini il partito ha ottenuto percentuali ben al di sopra della media nazionale, ha saputo esprimere candidature di peso, ha dimostrato radicamento e dinamismo, ed oggi si avvia ad affrontare la fase della riorganizzazione territoriale in vista delle elezioni regionali. Che tuttavia, nel contesto dato, devono rappresentare una tappa fondamentale ma intermedia, in un percorso di crescita il cui orizzonte coincide necessariamente con le elezioni politiche.

Se le regionali si tenessero domattina il centrodestra non avrebbe alcuna possibilità di vincere, a prescindere dal profilo del candidato alla Presidenza. L’ipotesi di una spaccatura del centrosinistra sul terzo mandato appare ormai superata e la partita referendaria sull’autonomia differenziata complica ulteriormente le cose. Manca ancora un anno e mezzo e tutto può ancora accadere ma la priorità, per Forza Italia, dovrebbe essere quella di recuperare centralità, di allargare la propria capacità di rappresentanza negli enti locali, di assumere la responsabilità di un’azione politica volta a dettare l’agenda del centrodestra sui territori, per puntare al migliore risultato possibile alle regionali, ma soprattutto per accompagnare il percorso di riposizionamento sul piano nazionale in ossequio alle coordinate definite da Marina Berlusconi. La partita di Forza Italia è quella della rigenerazione del centrodestra in chiave liberale, una partita che in Campania il partito può giocare meglio che altrove. Allungando l’orizzonte al 2027.

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