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CRONACA

Indebita compensazione per crediti ‘inesistenti’: sequestro preventivo per società sannita nel settore elettrico

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Sequestro preventivo d parte delle Fiamme Gialle ai danni di una società beneventana operante nel settore elettrico. L’ipotesi di reato è indebita compensazione: il sequestro riguarda denaro e disponibilità finanziarie su utilità fino alla concorrenza di euro 1.097.315,29, unitamente a beni mobili e immobili. Il decreto – emesso dal Gip del Tribunale del capoluogo – è stato eseguito a seguito di un’indagine delegata dalla Procura della Repubblica.

Le indagini, svolte attraverso l’esecuzione di analisi ed acquisizione documentali, sono scaturite da una informativa di reato inviata dall’Agenzia delle Entrate – divisione Contribuenti – settore Contrasto Illeciti Sezione territoriale Sud di Napoli, a carico di un soggetto sannita.

Gli ulteriori accertamenti esperiti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Benevento hanno permesso di corroborare ulteriormente la piattaforma probatoria e la conseguente contestazione del reato di cui all’art. 10 quater c.2 del d.Lgs. 74/2000, in quanto la società avrebbe utilizzato in compensazione, negli anni 2019, 2020 e 2021, crediti “inesistenti” per un totale di euro 1.097.315,29, generati da asserite spese sostenute per attività di “Ricerca & Sviluppo” – ex art. 3 del D.L. 145/2013.

A seguito delle indagini svolte, è emerso, secondo la ricostruzione accusatoria accolta dal Giudice, che il progetto non era caratterizzato dai necessari elementi di innovatività e creatività ( anche per la mancanza di documentazione contabile e fiscale a supporto dei costi in argomento e la non attinenza alle attività Ricerca & Sviluppo delle spese documentate) ed avevano permesso al contribuente di ottenere la compensazione dei costi asseritamente sostenuti con il debito tributario e contributivo dell’impresa – che non era pertanto versato pro quota.

La misura è una misura cautelare reale disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari, nello specifico lo stesso ha disposto il sequestro delle somme di denaro depositate sui conti correnti, beni mobili e immobili direttamente riconducibili al profitto del reato contestato nella disponibilità della società e dell’indagato fino alla concorrenza di euro 1.097.315,29.

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