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ECONOMIA

Focus Inapp su lavoro, centri per l’impiego e formazione: “Al Sud non basta il turismo”

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L’Italia è tra gli ultimi paesi in Europa per spesa in politiche attive del lavoro con una percentuale di investimenti pari allo 0,22% del Pil, contro una media europea dello 0,61%. Per avere un’idea, la Spagna si attesta all’1,03% del Pil, quasi cinque volte l’Italia. È quanto è emerso oggi nel corso della giornata di studio “Le politiche attive del lavoro e il ruolo dei servizi per l’impiego” organizzata a Benevento dall’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche in collaborazione con l’Università degli Studi del Sannio e la Provincia. A coordinare l’iniziativa Massimo Resce, referente della sede sannita dell’Inapp: “Qui per ragionare di come qualificare l’offerta di politica attiva e l’offerta di servizi pubblici”

Tra le tante e diverse realtà territoriali che hanno portato il proprio contributo alla discussione per la Confindustria c’era Pasquale Lampugnale, vicepresidente della Piccola Industria per economia, credito, finanza e fisco e coordinatore Comitato scientifico consultivo. Nelle sue riflessioni spazio al tema della formazione, con particolare riferimento al settore manifatturiero.  “Seppur a fatica l’Italia è ancora il secondo Paese in Europa nel manifatturiero. Fino al 2027 abbiamo una prospettiva di assunzioni di profili tecnici di circa 500mila unità ma già sappiamo che quasi il 50% delle figure che occorrono non le troveremo sul mercato. Sistema formativo, scolastico e universitario devono dunque adeguarsi più velocemente, così come noi imprese ci stiamo adeguando alla transizione digitale e sostenibile”.

Non è mancato nel corso del confronto un focus sul Mezzogiorno, occasione utile per ragionare di un mercato del lavoro con sofferenze importanti, soprattutto per giovani e donne, ma in cui non mancano prospettive di crescita. Insomma, bisogna saper scegliere in quale direzione guardare. A fare il punto è stato il direttore generale dello Svimez Luca Bianchi: “Non possiamo accontentarci del solo turismo. Il Sud deve attrarre investimenti industriali capitalizzando le opportunità legate alla transizione ecologica e investendo nella digitalizzazione”-

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