Opinioni
De Luca, il covid e la legge del contrappasso
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Bene ha fatto, Vincenzo De Luca, a richiamare l’attenzione della pubblica opinione campana sulla necessità di rialzare la guardia in vista di un autunno che farà segnare una nuova ondata pandemica. E ha fatto benissimo a pianificare la necessaria campagna vaccinale, volta a tutelare le fasce di popolazione più esposte, dunque ad annunciare misure funzionali a scongiurare nuove devastanti ricadute sulla tenuta delle nostre strutture sanitarie.
Ha fatto benissimo perché se è vero che le nuove varianti non sono pericolose per la grande parte della popolazione restano particolarmente aggressive per soggetti fragili e anziani. Ha fatto benissimo perché tenere sotto controllo il trend dei contagi vuol dire salvaguardare l’economia, ha fatto quel che doveva fare perché buona parte della Campania è caratterizzata da livelli di densità di popolazione senza pari in Europa ed era dunque necessario, anche stavolta, muoversi in anticipo, senza attendere le indicazioni del Ministero della salute. E a tal proposito resta da capire se e fino a che punto, davanti ad una nuova emergenza, questa destra sarà disponibile a seguire la scienza piuttosto che la logica del consenso come ai tempi del green pass e dell’obbligo vaccinale.
Ha fatto benissimo, De Luca, perché le sue parole sfidano il senso di responsabilità dei cittadini in un contesto nel quale i principi della retorica complottista trovano pericolosamente eco in fasce sempre più ampie della popolazione, almeno sotto forma di scetticismo così come dimostrato dalle reazioni che le parole del governatore hanno innescato nelle piazze social.
Un nuovo picco pandemico incontrollato determinerebbe senza dubbio alcuno una nuova impennata di decessi tra le fasce più esposte, fragili e anziani, il caos nei nostri ospedali, il blocco dell’economia, il rallentamento delle attività produttive, nuove devastanti conseguenze sulla formazione dei nostri ragazzi.
Alzare l’asticella ora significa prevenire ed è questo il compito di chi governa: pianificare azioni e strategie che non necessariamente saranno adottate, prevedere lo scenario peggiore per scongiurare disastri. Il che vuol dire anche salvaguardare l’agenda istituzionale, porre le condizioni per evitare che la nuova probabile emergenza finisca con l’assolutizzare il dibattito pubblico e l’azione di governo. Anche a costo, eccoci al punto, di sfidare la logica del consenso.
Nel 2020 un De Luca in enorme difficoltà, destinato alla sconfitta, seppe coltivare una nuova connessione sentimentale con il popolo campano ponendosi alla guida di quelle che per primo definì la guerra contro il virus. Seppe, cioè, capitalizzare i timori e lo smarrimento della popolazione facendosi guida affidabile e rassicurante. Oggi si ritrova, per la legge del contrappasso, a vestire i panni del padre severo pronto ad impartire ordini indigesti ad una popolazione non più impaurita e sgomenta ma strafottente. Le carezze di un tempo oggi suonano come schiaffi.
Ma le scelte giuste sono giuste sempre, anche quando risultano impopolari. Anzi, soprattutto.