POLITICA
Tra indiscrezioni, scenari e nuovi dualismi: la calda estate della politica sannita
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Conferenze stampa, nomine, incarichi, indiscrezioni, post sui social. L’ultima settimana di luglio ha lasciato ai cronisti politici una buona scorta di materiale su cui ricamare per la fine della stagione estiva e in vista di un autunno che si annuncia già particolarmente caldo.
A fare rumore e a creare diversi interrogativi sono state innanzitutto alcune scelte compiute dal sindaco Clemente Mastella. Dal cilindro di palazzo Mosti, infatti, il primo cittadino ha estratto una serie di incarichi che non hanno mancato di sorprendere gli addetti ai lavori oltreché – con ogni probabilità – i diretti interessati.
Su tutte, a emergere è certamente la delega agli “incarichi speciali” conferita al consigliere Rosario Guerra. E per la verità, seppur privo della forza evocativa propria del mistero e dell’ignoto anche l’incarico “di consulente dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco” conferito a Giovanni Zanone sfiora i confini di un neologismo reso celebre in “Amici miei” dal conte Lello Mascetti. Meglio è andata a Francesco Farese, ora delegato in materia di “Istruzione pubblica e privata e servizi scolastici’. Ma con funzioni “propositive e di consulenza”. Infine, Luigi Scarinzi: per lui è arrivata la nomina a “coordinatore della segreteria politica del Sindaco”. Qui nulla di strano se non il fatto che lo era già. Almeno per quanto ne sapevamo noi e – crediamo – lo stesso Scarinzi. Discorso da estendere anche a Giuseppe Zollo, la cui nota di adesione a Noi di Centro era stata abbondantemente anticipata dalla nomina nel Consiglio Generale del Consorzio Asi avvenuta nel maggio del 2022 proprio in quota Comune.
E dunque: che sta facendo Mastella? E’ questo l’interrogativo che attraversa da giorni i corridoi di via Annunziata. “Consolidamento della maggioranza” è la risposta più gettonata. Sì, ma rispetto a cosa o a chi?
Una prima lettura ci riporta ai precedenti. Ogni qual volta il sindaco si è allontanato da Benevento in cerca di un fisiologico periodo di relax la sua maggioranza ha cominciato a fare le bizze. Un po’ come accade a scuola quando il professore lascia l’aula. Succederà ancora? Più in là sapremo. Per restare sul tema, intanto, i gossippari invitano a indagare bene i contenuti di un post su Facebook della consigliera – e presidente della commissione Cultura – Mara Franzese. “Tutti criticano le proposte culturali, però poi tutti chiedono inviti e biglietti omaggio. Benvenuti a Benevento” – l’allusivo messaggio della Franzese. Diretto a chi? “Non alla solita opposizione ma a qualche autorevole esponente del nostro partito” – fa sapere, a microfoni rigorosamente spenti, una voce di dentro del mondo mastelliano.
La seconda chiave di lettura sposta l’attenzione all’esterno. E qui usciamo dal campo dei retroscena ed entriamo in quello dei fatti. Perché un dato appare incontestabile. Anche dal punto di vista mediatico, l’avversario del Campanile oggi non sembra più essere il Pd bensì Forza Italia. Naturale, considerato che sul tavolo da gioco della politica sannita i due player più attivi, oggi, sono proprio Clemente Mastella e Francesco Rubano. Una sfida, per ora, combattuta a forza di nuovi ingressi e note stampa. Il deputato azzurro annuncia l’adesione di Michele Napoletano? Il sindaco risponde con Pasquale Carofano. Facile ipotizzare che il tormentone sopravviverà alla fine dell’estate per continuare a suonare proprio a palazzo Mosti: Giorgione docet.
Decisamente più complicato, invece, immaginare – almeno nell’immediato – una risalita del Pd o una crescita di Fratelli d’Italia. Privi di qualsiasi postazione di governo (perfino dove in realtà governano, come a palazzo Santa Lucia) i dem suscitano sempre meno entusiasmo tra sindaci e amministratori. E certo le faide interne non hanno aiutato a invertire il trend. Il partito della Meloni, invece, potrebbe ma non osa: inspiegabile.
L’elemento di novità, allora, potrebbe arrivare dal congresso di Italia Viva in programma agli inizi di autunno. Appuntamento su cui Matteo Renzi punta forte per catalizzare soprattutto lo scontento di dirigenti ‘piddini’ o ‘ex piddini’. E a Benevento di certo non mancano.