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Storie beneventane – ‘U vico de ‘mpis, I Santi Quaranta e I Murticielli

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Benevento è una città ricca di storia e di mistero. Oggi Storie Beneventane vi porta in un viaggio alla scoperta di tre luoghi molto particolari: ‘U VICO DE ‘MPIS, I SANTI QUARANTA E I MURTICIELLI.

Via Salvatore Rampone, oggi detto anche Vico di Sant’Anna è una traversa del corso, si imbocca scendendo a sinistra dopo palazzo Paolo V ed esce a via Gaetano Rummo, poco distante da dove una volta era Porta Rufina che, quando era ancora in vigore la pena di morte, era il luogo delle esecuzioni.

Una delle ultime, avvenne per fucilazione, il 13 dicembre del 1863, vennero giustiziati i briganti Michele Caruso di 25 anni e Francesco Testa di soli 17 anni, ritenuti colpevoli del massacro di Francavilla. Negli anni precedenti, le esecuzioni avvenivano per impiccagione, ma sempre a Porta Rufina vicino alla Torretta dove nei giorni successivi restava appesa, in una gabbia di ferro, la testa del condannato. I detenuti erano tenuti prigionieri nella Rocca dei Rettori, che al tempo era il carcere cittadino. Il giorno stabilito venivano portati al luogo dell’esecuzione facendogli percorrere la via Magistrale (attuale corso Garibaldi) per poi farli svoltare per via Capitano Rampone, che all’epoca si chiamava vico di Santa Caterina, per poi giungere a Porta Rufina. Per questo motivo il popolo gli diede il nome: ‘U vico de’ ‘mpise, ossia degli impiccati.

In realtà, sarebbe stato più semplice e breve condurre i condannati dalla Rocca a Porta Rufina lungo via Annunziata, ma la scelta di un percorso più lungo non era casuale: dovevano attraversare il centro cittadino per essere visti da più persone possibili, così da servire per monito per chi coltivava intenzioni criminali.

I SANTI QUARANTA E’ una imponente costruzione ad opera reticolare, lunga circa 600 metri, di cui rimane un portico illuminato da alte finestre e molti locali sotterranei. Il nome deriva da una chiesa sovrapposta, oggi scomparsa, dedicata ai Quaranta Martiri di Sebaste.

Si è autorevolmente sostenuto che la zona corrisponda al “forum venale”, cioè ai mercati di suburbio: ed infatti il rudere sembra l’avanzo di un emporio con relativi depositi.

Qui dunque, all’ imbocco della maggiore via commerciale, si svolgeva la vita economica della Città, nel fervore delle contrattazioni e dei traffici. L’edificio di epoca imperiale, sorse dopo che Augusto costruì il tratto della via Appia da Capua a Benevento (anno 10 avanti Cristo).

Ultima tappa del nostro viaggio sono I MURTICIELLI. Poco distante In tutta l’area dietro al Teatro Romano, si estendeva la città’ della Colonia Romana. In questo contesto c’è la piazzetta detta dei Morticelli con la piccola chiesa di San Lupo, già antica Abbazia Benedettina, di fianco c’è il vecchio cimitero dei Bambini, per cui tutti il rione prende il nome dei Morticelli.

Da un cancello in ferro battuto decorato con teschi, si entrava in un giardino dall’aspetto inquietante, dove lungo le pareti perimetrali si potevano scorgere distintamente tanti piccoli loculi sovrapposti. A partire dal 1600 qui venivano sepolti tutti i bambini morti in città. 

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