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ECONOMIA

Servizio idrico: Benevento tra le città meno costose, ma resta il nodo gestore unico ed interventi sulla rete

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Benevento è nella top 12 delle città italiane dove si spende di meno per il servizio idrico. Con una media annuale di 246,35 euro – la bolletta è misurata su tre persone con un consumo annuo di 150 metri cubi di acqua – il capoluogo sannita si posiziona al dodicesimo posto: prima di noi ci sono Avellino (242.65 euro), Bergamo, Aosta, Monza, Milano, Catanzaro, Como, Campobasso, Isernia, Imperia e Cosenza che è la città dove si spende di meno in assoluto con 141.12 euro annui.

La classifica si basa sul Rapporto annuale su tariffe, qualità e investimenti nel servizio idrico, che il centro studi Ircaf presenterà oggi a Mantova, e anticipata da “Il Sole 24 ore”. La bolletta, però, secondo l’analisi segna un aumento del 72,8% rispetto al 2011 e del 28,4% sul 2017, mentre nel confronto con 12 mesi fa l’incremento si ferma a un +4,3 per cento.

“Ma mai come per questo settore la media – spiega il quotidiano economico – rischia di essere fuorviante, perché nasconde al proprio interno realtà enormemente distanti fra loro: a Frosinone, che quest’anno si piazza alla vetta della classifica costruita sull’importo medio della bolletta, si pagherà poco più di 666 euro, cioè quasi il doppio della media nazionale e 4,71 volte i 141 euro chiesti a Cosenza, la città dove l’acqua è più a buon mercato”.

Al tema delle bollette si aggiunge anche quello della dispersione idrica: secondo i dati dell’Istat l’Italia perde ancora il 36,2% dell’acqua che immette in rete. In altre parole, gli aumenti registrati servono anche a migliorare il servizio?  “In valori assoluti – spiega l’analisi – il dato si fa ancora più impressionante: si tratta di 900 milioni di metri cubi, e tradotto in termini ancora più diretti significa che per ogni italiano si perdono 15mila litri di acqua ogni anno, 41 al giorno. Gli investimenti per chiudere queste falle e per portare il servizio di depurazione che ancora manca in 296 Comuni dove abitano 1,3 milioni di italiani – in una situazione incredibile per un Paese europeo nel 2023 – sono ovviamente cruciali”.

Per quanto ci riguarda nella provincia di Benevento il 59% dell’acqua immessa in rete viene dispersa (Istat 2020), mentre per la città capoluogo siamo al 54,9% (anno 2021) secondo quanto riferito da Gesesa nel marzo del 2022. Un dato, evidentemente, ben al di sopra della media nazionale.

Intanto, nel Sannio la questione assume i contorni di un rebus complesso da decifrare e risolvere. Ripercorrendo un po’ le tappe nel 2022 i finanziamenti del Piano di ripresa e resilienza sono giunti nel distretto Calore Irpino che raccoglieva le provincie di Avellino e Benevento. Come raccontammo, i progetti presentati da Gesesa e Alto Calore non furono finanziati perché mancava il gestore unico: secondo il Ministero, infatti, le proposte giunte dal nostro territorio non potevano essere accolte perché non era prevista l’ammissibilità delle richieste mancando, appunto, il soggetto deputato alla prestazione delle istanze.

Successivamente, nel luglio del 2022 il Sannio e l’Irpinia hanno creato due distretti separati decidendo di percorrere strade differenti. Per la provincia di Benevento è stata creata la società Sannio Acque. A febbraio 2023 l’irruzione della Corte dei Conti, che ha espresso parere negativo in ordine all’acquisizione da parte del comune di Buonalbergo delle quote della società.

Come si ricorderà, era stato lo stesso comune di Buonalbergo, il 2 febbraio, a trasmettere alla sezione regionale della Corte dei Conti la delibera di Consiglio con la quale il 28 gennaio aveva avviato il passaggio alla nuova società sorta – su proposta del’Eic Sannita – per gestire il servizio idrico nella provincia beneventana. A non convincere la Corte dei Conti, in particolare, erano state le dinamiche economiche legate all’operazione. Intanto, la lancette corrono e bisogna capire come muoversi, soprattutto ora, nel quadro dominato dai fondi comunitari del Pnrr.

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