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CRONACA

Dalla pulizia dei fiumi agli interventi a Pantano e zona Asi, servono fondi: ‘Ora la Regione dia una mano’

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Giornata di vertici a Benevento dopo l’intenso maltempo registrato sull’intera provincia nella giornata di ieri. Fortunatamente, per oggi la pioggia e il vento non hanno creato particolari problemi e, secondo le previsioni, sarà così anche nella giornata di domani con una allerta meteo gialla sull’intera Campania. Per questo, le scuole saranno riaperte con il primo cittadino del capoluogo, Clemente Mastella, che ha comunicato la sua decisione al termine di un vertice alla Rocca dei Rettori. “L’allerta è gialla – ha spiegato il sindaco – e i ragazzi torneranno tra i banchi, ma ovviamente chiedo a tutti di essere prudenti”.

Intanto, la giornata è partita, come già anticipato questa mattina, con una riunione operativa a Palazzo Mosti per monitorare l’evoluzione dell’allerta metereologica ed eseguire una ricognizione degli interventi effettuati dopo le intense piogge.

Hanno preso parte al vertice il sindaco Mastella, il vicesindaco Francesco De Pierro, l’assessore ai Lavori Pubblici Mario Pasquariello, l’assessore all’Ambiente Alessandro Rosa, il consigliere comunale delegato alla Protezione civile Italo Barbieri, il segretario generale Riccardo Feola, i dirigenti Antonio Iadicicco (Lavori pubblici), Maurizio Perlingieri (Ambiente), Gennaro Santamaria (Affari generali), Alessandro Verdicchio (Risorse Umane), il comandante della Polizia Municipale Fioravante Bosco e Aniello Petito (Protezione Civile). 

Da quanto si apprende, è stata ripristinata la viabilità sulle strade che erano state interessate da fenomeni di smottamento. Con l’ausilio dell’Asia, sono stati eseguiti gli interventi di rimozione dei rami di alberi caduti al suolo. Lo stato del reticolo fluviale è stato monitorato costantemente grazie alla collaborazione con la Protezione Civile di Benevento.

Alle 14, invece, l’attenzione si è spostata sui fiumi con una riunione in Provincia convocata dal presidente Nino Lombardi. Al centro del confronto – al quale hanno preso parte anche i vertici di Asea, del Genio Civile e dell’Arpac; il sindaco Mastella e il presidente Asi, Luigi Barone – il delicato tema della manutenzione e pulizia dei corsi d’acqua. Come ormai noto, Lombardi ha ribadito anche in questa occasione l’estrema necessità di intervenire con l’istituto della compensazione. In altre parole, gli Enti non hanno la disponibilità economica per intervenire sui reticoli di competenza, per questo si farebbero entrare in azione imprese private per prelevare il materiale inerte e pulire gli alvei, ovviamente sotto il pubblico controllo e senza alcun onere per la pubblica amministrazione.

“Questa operazione – ha aggiunto Lombardi – permetterebbe di dare anche un mano al tessuto imprenditoriale e, contestualmente, salvaguardare il territorio. Non dobbiamo però perdere tempo – ha sottolineato –, bisogna individuare le criticità maggiori e intervenire subito”.

Intanto, la Rocca interverrà in emergenza a Pantano con un budget di 1,5 milioni di euro per la pulizia degli argini fluviali della contrada. “Dopo l’alluvione del 2015 – ha concluso il presidente – sono stati messi in campo alcuni interventi da parte della Provincia, soprattutto, in zona Asi e quei lavori oggi hanno permesso di garantire una maggiore sicurezza all’agglomerato”. Una passaggio, quest’ultimo, legato anche ad alcune polemiche sorte nella giornata di ieri proprio in merito all’area industriale di Ponte Valentino.

Chiede maggiori fondi alla Regione Campania il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, che sottolinea la necessità di finanziamenti per rispondere alle richieste dei cittadini: “Chiedo a tutte le forze politiche di intervenire ed essere unite in questa battaglia – ha detto –. Ci sono delle situazioni complesse, come Pantano e zona Asi; i cittadini ci chiedono di intervenire e in molti casi la competenza non è nemmeno del Comune. Il Genio Civile ha messo a disposizione delle somme che, ovviamente, non sono sufficienti”.

DIGA DI CAMPOLATTARO – Nel corso del vertice si è discusso anche dell’invaso con l’Asea che ha reso noto che, nel corso di una sola giornata, ovvero dal primo pomeriggio del 17 gennaio al primo pomeriggio del 18, è caduta al suolo una massa d’acqua paragonabile a quella caduta nei due giorni dell’alluvione dell’ottobre del 2015: il lago artificiale formato dalla diga sul fiume Tammaro a Campolattaro si è pertanto innalzato in sole 24 ore da quota 377,25 metri sul livello del mare a quota 379,68 metri sul livello del mare, con un aumento dunque di 2,43 metri. Dopo le 14 di oggi, tuttavia, si è registrata fortunatamente una attenuazione delle precipitazioni, tanto che la quota massima dell’invaso si è abbassata di circa due centimetri all’ora. Un dato che non preoccupa al momento, ma che pone ancora di più la necessità di intervenire in zona Asi per mettere in sicurezza l’area visto che la diga rilascia la sua acqua nel Tammaro che giunge proprio nell’agglomerato industriale alle porte del capoluogo.

ZONA  ASI – Insieme con contrada Pantano, è il nodo più delicato dell’intera vicenda legata al maltempo. No solo per il ricordo dell’alluvione del 2015, ma anche perché si tratta del principale agglomerato industriale del capoluogo che ospita i principali stabilimenti. Un’altra situazione alluvionale potrebbe causare danni irreparabili al tessuto imprenditoriale, ma anche a quello sociale visto l’alto numero di persone che lavorano negli stabilimenti di Ponte Valentino. Tutelare l’area resta fondamentale anche per il futuro per garantire una immagine positiva e sicura dell’Asi pure in virtù di nuovi investimenti e con l’arrivo dello scalo merci dell’alta capacità.

Per dirlo in soldoni, se dovesse verificarsi un nuovo allagamento sarebbe quasi impossibile programmare l’arrivo di nuove aziende in città. Per ora, i lavori effettuati dopo il 2015 hanno dato una prima risposta evitando il peggio, ma questo non basta. Sul tavolo c’è un progetto dell’Unisannio per la messa in sicurezza dell’area da 30 milioni di euro, che avrebbe trovato copertura finanziaria con un intervento della Regione Campania. Ma il condizionale non è sufficiente: c’è bisogno di certezze e da Napoli devono necessariamente arrivare i fondi per realizzare i lavori e rispondere alle esigenze delle aziende. Non è solo una questione di sicurezza, ma anche di tutela dell’intero Sannio che, privo della sua principale area industriale, rischierebbe un crac sociale ed economico. In ballo ci sono investimenti di economia reale e i redditi di molte famiglie: all’orizzonte ci sono due nuovi investimenti (i contratti di sviluppo ci sono già) per circa 80 milioni di euro che potrebbero portare fino a 400 nuovi posti di lavoro. Un futuro che il Sannio non può, assolutamente, perdere nemmeno “per tutta l’acqua del mondo”.

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