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Pandemia e Dad, lo studio: ‘Famiglie in sofferenza, ma da tecnologia grandi possibilità’
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Come sono andate le cose per studenti e docenti con la Dad? La domanda che tutti in pandemia si sono posti e che è stata al centro di numerosi dibattiti e teorie, oggi trova una prima risposta grazie ai dati dell’indagine su “Gli effetti della pandemia e della DAD sulla didattica e sui discenti”.
L’analisi nasce grazie ad un progetto dell’Associazione STUDIUM – che raccoglie diverse dirigenti scolastiche – con la collaborazione dei docenti delle Università del Sannio e di Salerno che hanno curato, insieme all’associazione, le varie fasi del sondaggio.
Nello specifico, si tratta di due questionari somministrati a dirigenti e studenti. Hanno aderito 11 presidi e 1500 ragazzi delle scuole secondarie della provincia di Benevento.
Da una prima lettura emerge come la Dad abbia una doppia faccia: da un lato le difficoltà dovute agli aspetti tecnici e del digital divide e alla mancanza dell’ambiente scolastico, fondamentale per la crescita personale e relazionale dei ragazzi. Dall’altro, invece, spuntano potenzialità inaspettate che la tecnologia mette a disposizione delle nuove generazioni per implementare il loro percorso di studi e formazione, come ha spiegato il docente di Statistica dell’ateneo sannita, Biagio Simonetti.
Dall’analisi si nota anche un dato che sembrava essere passato in secondo piano: le difficoltà delle famiglie nella prima fase, infatti, si sono distribuite in maniera equa senza differenze sociali o economiche. L’intervento delle scuole, con la distribuzione di pc e tablet, ha contribuito a rendere più semplice l’accesso alla didattica, ma il digital divide resta un tema da affrontare a livello comunitario e in maniera trasversale. “Sicuramente la Dad ha creato dei problemi – ha spiegato la portavoce di STUDIUM, Teresa Marchese -, ma non bisogna demonizzarla”.
Una analisi, dunque, che prova a capire ed intervenire sui disagi di studenti e docenti, ma al tempo stesso guarda al futuro proponendo un nuovo modello di scuola capace di garantire una formazione sempre più completa e aggiornata per le nuove generazioni. I dati, però, hanno spinto anche l’Unisannio e l’associazione a lavorare alla “creazione di un osservatorio stabile sulla condizione giovanile”, ha concluso Antonella Tartaglia Polcini, delegata Trasferimento Tecnologico dell’università del capoluogo e assessore comunale alla Cultura.