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Salute

‘San Pio’, Boccalone ironizza su strategie manageriali dal 2016 ad oggi: nel mirino Robot DaVinci e operatività

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“Sant’Agata dei Goti – un ospedale mai nato. Benevento – reparti chiusi, sottoutilizzati, letti vuoti. Però – scrive in una nota l’ex manager dell’ospedale Rummo, Nicola Boccalone – abbiamo il Robot Davinci da 12 milioni di euro, noleggiato per 1.500 sedute operatorie in anni 5. Nel 2021 più di qualcuno ha “pensato” di implementare il Rummo di moderna e avanzata tecnologia perdendo forse di vista la circostanza di base che il Robot non fa tutto da solo, ma occorrono comunque specialità di esperienza che i dati aziendali non rivelano. Un investimento da 12 milioni merita una giusta e congrua contestualizzazione. Un investimento da 12 milioni merita una fattuale programmazione capace di intercettare e accogliere le moderne tecnologie, per evitare che si possa immaginare di essere intercettate solo perchè in altre parti avanzate. Una beffa, qualcosa di più!

La programmazione, senza dubbio, negli ultimi anni per la sanità sannita si è identificata con il DECRETO REGIONALE 54/17 di annessione del PO di Sant’Agata al Rummo di Benevento, il DECRETO REGIONALE n. 8/18 con relativo piano di programmazione rete ospedaliera e Decreto 41/19 che ridisegnava le nuove funzioni del presidio di Sant’Agata de Goti  con approvazione dell’Atto aziendale.

Da questi atti sgorgavano tre parole d’ordine: Polo oncologico e Pronto soccorso per Sant’Agata dei Goti nonché rilancio del Rummo di Benevento.

Nell’aprile 2019 – continua l’ex direttore generale – i principali attori della politica sanitaria  a Benevento dichiaravano che “… sono in corso di spesa ben 35 milioni di Euro per investimenti infrastrutturali.” Ed ancora, “l’apertura entro fine mese del nuovo Pronto Soccorso” da collocare nel Padiglione “San Pio”. 

La parola andava oltre e veniva annunciato anche che la “Medicina Nucleare e la Radioterapia erano ormai una realtà al “Rummo” trattandosi di postazioni di servizi diagnostici che prima non c’erano”. Queste dichiarazioni meritano una considerazione: prima c’era un ospedale anche senza quello che è stato solo annunciato! Il tempo, così, non rileva fatti oltre le dichiarazioni, magari di buona volontà!

La fonte napoletana ispiratrice della politica sanitaria regionale del turnover direzionale, collocava a Benevento, nel 2019, una nuova direzione che non perdeva occasione di caratterizzare il proprio arrivo con una dichiarazione singolare affermando “di aver trovato un pronto soccorso modello Bagdad”, censurando così il suo predecessore.

Il 7 dicembre del 2019, in presenza delle massime fonti ispiratrici regionali, non si perdeva il gusto dell’annuncio e si dichiarava: “Miglioreremo anche le liste d’attesa perché il cittadino non può aspettare. Al via, inoltre, concorsi per nuove assunzioni per anestesisti, chirurghi, ortopedici e dirigenti. Dalla Regione arriveranno 5 milioni per le attrezzature e 20 per edilizia e medicina nucleare”. Sono trascorsi 3 anni: la Medicina nucleare “che prima non c’era” continua a non esserci mentre la PET e la scintigrafia non riescono ancora a trovare pieno ingresso nella gestione pubblica. 

Viene così da chiedersi se i 35 milioni annunciati prima e i 25 milioni  poi non siano stati sufficienti per dare sostanza alle programmazioni dichiarate.

E però, a fine 2021, in carenza conclamata e dichiarata di anestesisti, con la neurorianimazione chiusa, avulso da specifici  indirizzi programmatici, in piena terza dose di vaccino pandemico, i protagonisti assoluti della sanità pubblica sannita decidono di noleggiare per 5 anni un Robot Davinci per 1500 interventi chirurgici con un costo di 12 milioni di euro, che corrisponde a circa il 9% del Bilancio dell’azienda. Un mega investimento che dimentica le ormai croniche carenze di medici, anestesisti, chirurghi e medici di ps.

Il tempo dei proclami – afferma Boccalone – è ormai esaurito. La medicina nucleare non c’era prima e non c’è adesso, ma un dato è certo: prima c’era un ospedale costruito con la fatica e la passione di tanti  che hanno profuso energie e assunto responsabilità per il bene comune.

Una costruzione che fonda le sue radici a partire dalla  riconosciuta operatività della direzione “Mussi” fino ad arrivare a generare nel 2014 un valore di sanità superiore a quello dei contributi erogati dal sistema sanitario regionale, recuperando anche gli effetti del commissarimento della Sanità datato 2009. Altri proclami, oggi, senza progetti e programmi, non restituiscono l’operatività aziendale per ridare al Rummo la capacità operativa per essere riferimento sicuro e costante dei cittadini.

 Nel mentre, qualche notizia sui risultati del robot Davinci sarebbe interessante, che questa terza direzione nel sessennio ne desse notizia in termini di benefici al territorio in relazione ad un costo di 2.400.000,00 di euro annui, senza perdere di vista lo stato di avanzamento dell’attuazione dei decreti regionali e l’implementazione della medicina nucleare e del nuovo pronto soccorso. Intanto – conclude Boccalone – si sono intensificati i viaggi della speranza verso altri nosocomi del Nord Italia”.

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