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ECONOMIA

Aumenti, Mataluni: ‘Servono misure veloci. Sostegno a imprese e prezzi calmierati per filiere’

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“Direi che questo è il momento meno adatto per buttare benzina sul fuoco, in tutti i sensi, e perciò bene ha fatto Draghi a dire “Non siamo in un’economia di guerra”. Tuttavia, se è vero che rifuggire ogni rischio di psicosi e tensione sociale è un’esigenza vitale in questo momento dall’altra parte bisogna mettere in campo ogni azione, non solo parole di calma dunque, che vada a evitare quel rischio. Perché il rischio c’è: Ucraina e Russia sono i principali produttori mondiali di grano, granoturco e oli di semi, elementi fondamentali per la nostra industria alimentare e non solo”. Lo afferma in una nota Biagio Flavio Mataluni, presidente di Confindustria Giovani Benevento.

“Grano vuol dire farina, pane, pasta: cosa faranno aziende produttrici di farine e pasta? Granoturco vuol dire mangime per tutti gli animali: bovini, ovini suini…il prezzo della carne, così facendo, schizzerà in alto, molto in alto. Le aziende della pesca già non sono uscite per via del costo del carburante. Il settore dell’olio è già andato in crisi: non c’è più olio di semi in Europa, e dunque il prezzo dell’olio d’oliva schizza in altissimo. La spesa alimentare dei cittadini dunque è quadruplicata, con tutto ciò che ne può derivare in un momento certo non roseo. E per le aziende si può comprendere tra energia, carburanti, materie prime alle stelle e un calo drastico dei consumi pressoché certo quali saranno gli effetti. Economia di guerra no, ma bisogna fare in modo che non ci si arrivi. 

Ho già avuto modo di dire – continua Mataluni – che servono misure veloci, urgentissime, e non la sola cassa integrazione  che risolve poco. Si intervenga per calmierare i prezzi delle intere filiere, si intervenga per sostenere le aziende dando garanzie statali per finanziamenti per fare in modo che aziende da un lato mantengano i livelli occupazionali, dall’altro riescano a reperire materie prime che oggi purtroppo devono trovare a prezzi altissimi. Altrimenti – conclude l’imprenditore sannita – si manda in crisi tutto, con un effetto domino pazzesco: un rischio che non possiamo correre in alcun modo”.

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