CRONACA
‘In fuga da Kiev per salvare le mie bimbe’: la storia di Natasha, tra le prime rifugiate arrivate a Benevento
Ascolta la lettura dell'articolo
Un cagnolino di peluche tra le mani, recuperato in un campo profughi in Germania, che da giorni è diventato il suo fedele amico. Lo ha chiamato ‘Viaggiatore’ per aver condiviso con lei questo percorso tanto drammatico quanto sofferto.
La piccola Lisa, 12 anni, lo tiene stretto a sé: nei suoi occhi la paura per quanto visto proprio sotto casa, l’orrore di una guerra assurda fatta di soldati in divisa, sparatorie, feriti e morti. Nei suoi occhi, però, c’è anche la speranza di trovare un po’ di normalità dopo giorni di autentico terrore.
Stamattina il suo treno è giunto a Benevento alle 8.15 in punto: con la sorella 17enne Elisabetta e la mamma Natasha, ex impiegata e baby sitter a Kiev, sono tra le prime famiglie arrivate nel Sannio. Ad accoglierle è stata Tetyana Shyshnyak, il soprano ucraino che a Benevento vive da anni e si sta impegnando per l’accoglienza e gli aiuti.
Saranno ospiti di un’amica residente in provincia. Sono scappate dal conflitto, che nella capitale ucraina è ormai esploso senza tregua: in patria sono rimasti il papà delle ragazzine e i nonni, genitori di Natasha. “Dal 26 febbraio – racconta la mamma – abbiamo cominciato a sentire il rumore dei kalashnikov sotto le nostre finestre, abbiamo avuto tanta paura. Le sirene sono diventate un gioco quotidiano. Ora la situazione è più calma solo perché hanno già colpito tutto”. E aggiunge: “Non è stato facile abbandonare la mia patria, ma l’ho fatto per le mie figlie. Speriamo che tutto finisca il più presto possibile per tornare a casa”.
Natasha e le sue figlie sono arrivate nel giorno in cui si celebra la Giornata internazionale della Donna, che quest’anno non può non essere dedicata a quante stanno vivendo l’orrore delle armi e a tutte le operatrici di pace impegnate in prima linea. Lisa, Elisabetta e Natasha sono tre donne speciali: a loro l’augurio di poter trovare la serenità nella nostra terra e riabbracciare presto i loro cari. (G.F.)