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Mascherine e tamponi, i fotografi chiedono aiuto: “I costi sono insostenibili”
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“Oggi per noi fotografi di eventi è diventato impossibile lavorare, dopo
due anni di sofferenze lavorative (penalizzati dalle norme introdotte in
risposta alla pandemia, che hanno reso praticamente impossibile svolgere
un matrimonio in larga parte dei due anni), ci troviamo con le spalle al
muro. Per lavorare dobbiamo affrontare spese economiche a cui lo Stato
ci obbliga ma non ci sostiene”. Lo scrive in una nota l’Associazione Fotografi e Videografi Professionisti.
“Tamponi, mascherine, dispositivi di protezione individuale, tutte spese che noi dobbiamo effettuare senza nessun rimborso, e mettendo a rischio la nostra salute. Nonostante le vaccinazioni fatte e nonostante i nostri studi siano sanificati, il governo continua a chiedere senza dare alcun aiuto soddisfacente. Questa situazione è diventata insostenibile. Torniamo a casa dai nostri cari dopo un matrimonio o un qualunque altro servizio fotografico cerimoniale, rispettando le regole e i protocolli, ma sapendo che
potremmo comunque portare il contagio nel nostre famiglie.
Tra noi ed i nostri collaboratori – sottolinea – sarebbe controproducente chiedere il rimborso ad una coppia di sposi, e nemmeno è una scelta percorribile far ricadere sui clienti i costi maggiorando i prezzi in un periodo di difficile crisi economica come quella che sta attraversando il paese. Per rispettare i protocolli abbiamo spese extra che nessuno ci rimborsa. Vogliamo rispettare le regole ed i protocolli, come è giusto che sia, ma non vogliamo distruggere economicamente le nostre attività”.