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Maxi sequestro Gesesa, il Comitato Abc condanna tutta la classe dirigente sannita

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Il Comitato Sannita Abc davanti al sequestro preventivo della Procura della Repubblica di Benevento, finalizzato alla confisca di beni per un ammontare di 78.210.529 euro nei confronti della società Ge.se.sa Spa, esprime “una valutazione di natura esclusivamente politica”.

“Ci assumiamo la responsabilità – scrive nella nota – di un giudizio politico di colpevolezza nei confronti della classe dirigente beneventana, la quale non ha fatto nulla per garantire una gestione pubblica ed efficiente del servizio idrico integrato, che sino ad oggi ha tutelato soltanto gli interessi privatistici, fregandosene altamente dell’esito referendario del 2011, quando 26 milioni d’Italiani hanno detto che non si può fare profitto sulla madre della vita.

La condanna – prosegue il Comitato – è netta nei confronti dell’arroganza dell’amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Mastella, che ha accelerato i processi di privatizzazione, senza neanche ascoltare il parere dei cittadini che avevano chiesto legittimante un referendum consultivo con otre 3000 firme. Il giudizio è altrettanto negativo nei confronti dell’opposizione “Alternativa Per Benevento” e del suo leader Perifano, il quale in campagna elettorale non ha voluto neanche ascoltare le nostre ragioni, reputando la gestione della risorsa idrica un problema secondario che non rientra nelle competenze del Comune.

Lo stesso dicasi per l’amministrazione Provinciale guidata da Di Maria, che si è ritirata dalla gestione pubblica dell’invaso di Campolattaro, proprio ora che sta per partire il progetto di potabilizzazione. Il Consigliere regionale Mortaruolo non ha speso una parola a favore della ripubblicizzazione del servizio idrico, ne potevamo aspettarci qualcosa da Luigi Abbate, esponente di Noi Campani, che è stato il presidente della Gesesa Spa.

Niente sino ad ora – evidenzia la nota – è stato fatto dall’intera deputazione Sannita, per l’attuazione del referendum del 2011 nei nostri territori: a partire dall’on Del Basso De Caro esponente del Partito Democratico, reo nelle precedenti legislature di aver affossato la legge sull’acqua in Commissione Ambiente, per proseguire con la senatrice Lonardo che certo non poteva sconfessare a palazzo Madama l’operato del coniuge. Non possiamo dimenticare la folta rappresentanza (Ricciardi, De Lucia, Maglione e Ianaro) dei parlamentari Cinque stelle, che avevano fatto dell’acqua pubblica la loro prima stella, che ormai invece è diventata una meteora in caduta libera, vista l’incapacità del movimento di contrastare le politiche neo liberiste del governo Draghi di cui è parte integrante.

Solo un efficiente servizio Idrico pubblico può garantire il diritto all’acqua alle future generazioni, come testimoniano gestione virtuose come quella di Napoli Abc. Dopo il disegno di legge sulla concorrenza del Governo Draghi e la circolare del Ministero della Transizione Ecologica, che intende affidare i fondi del PNRR solo alle multinazionali del nord, è evidente che siamo di fronte ad un attacco senza precedenti nei confronti dell’acqua e di altri servizi pubblici essenziali, per certi versi anche peggiore delle leggi abrogate dai referendum del 2011.

I cambiamenti climatici stanno mettendo la risorsa idrica in grave pericolo, aumentando sempre più le fasce di popolazione che avranno difficoltà ad accedervi nei prossimi anni. Le future generazioni ci malediranno se non riusciremo ad opporci agli assalti delle multinazionali all’acqua bene comune. Davanti a questi scenari è da incoscienti il disegno politico di affidare nel Sannio a giugno 2022 nuovamente il servizio idrico ai mercanti d’acqua, senza neanche passare attraverso una gara di appalto.

Siamo ancora in tempo – conclude il Comitato Abc – per fermarli, ma c’è bisogno di una forte mobilitazione e presa di coscienza dei cittadini, delle associazioni, dei sindacati, dei partiti e di tutte le persone che vogliono schierarsi con azione concrete, non a parole, contro ogni tentativo di privatizzazione dell’acqua, prima che sia troppo tardi”. 

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