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POLITICA

Regionali, le idee di Giulia Abbate per migliorare la sanità nel Sannio

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Un nuovo modello organizzativo che metta “la presa in carico” del paziente al centro di una strategia di responsabilità del servizio sanitario. Questa in sintesi la proposta politica di Giulia Abbate in vista delle elezioni regionali della Campania. L’ex presidente della Commissione Trasparenza può contare sull’esperienza di cinque anni nel consiglio d’amministrazione della SoReSa, la società della Regione Campania che ha accompagnato la razionalizzazione della spesa sanitaria.

SUBITO ASSUNZIONI – “La definizione di un programma di politica sanitaria per il nostro territorio non può prescindere da una lucida contestualizzazione del momento che stiamo vivendo. La priorità assoluta, prima di ogni altra scelta, è il recupero dei danni provocati da 10 anni di commissariamento della sanità regionale.Questo periodo ha comportato una carenza di risorse: umane, professionali e tecnologiche, che ancora oggi condiziona fortemente la qualità delle risposte dovute ai cittadini. Il recupero comporta piani di assunzioni di personale: mancano medici, infermieri, tecnici, ma anche personale di supporto amministrativo. La carenza di personale troppo spesso risulta il vero fattore frenante del miglioramento della risposta sanitaria. Senza la soluzione a questa criticità, ogni proposta risulta sterile ed inattuabile”.

NON PIÙ VISIONE OSPEDALOCENTRICA – “La sanità è cambiata, è superata la visione “ospedalocentrica” della sanità. Le risposte ai bisogni dei cittadini oggi devono partire da interlocutori diversi, presenti sul territorio. A partire dai Medici di Medicina Generale e dai Pediatri di Libera Scelta, che sempre più devono avere il ruolo di “sentinelle” dei bisogni dei loro assistiti, ma avendo ben chiari i percorsi dove indirizzare i pazienti e far trovare le risposte specialistiche di diagnosi e cura necessarie.
In questa direzione si deve leggere il recupero iniziato per i presidi di Cerreto Sannita e di San Bartolomeo in Galdo. Presidi territoriali con contenuti specialistici che rendono possibili risposte importanti. Alcune attività già sono operative: Centri Antidiabete, Radiologia, Laboratorio Analisi, la Gastroenterologia ed Endoscopia, l’Odontoiatria, la Pneumologia, postazioni di Primo Soccorso e 118, ma ancora molti spazi di queste strutture rappresentano opportunità importanti per ulteriori passi avanti: si pensi all’hospice, all’ospedale di comunità gestito dai medici di medicina generale, ai centri dedicati alla cura dei pazienti con Alzheimer, al trattamento degli stati vegetativi.

POTENZIARE ASSISTENZA ALLE DONNE – “Particolare attenzione dovrà essere riservata all’area materno infantile, con un serio potenziamento dell’attività consultoriale. Troppi bisogni della donna restano senza risposta. Dalla contraccezione ai percorsi nascita, fino alle problematiche della menopausa, oggi le donne della nostra provincia non trovano la necessaria attenzione. Appare necessario definire percorsi integrati con i punti nascita, pubblici e privati del territorio, organizzando corsi di preparazione al parto alla portata di tutte le gestanti, su tutto il territorio. In una sanità moderna il “fai da te” non può essere previsto”.

PIÙ SCREENING ONCOLOGICI – “E’ necessaria una seria politica di prevenzione e cura della malattia oncologica. La mortalità per tumore è drammaticamente condizionata dalla precocità della diagnosi. Gli screening avviati sul nostro territorio devono essere potenziati. Ma se lo screening consente la diagnosi precoce, a questa diagnosi deve seguire una completa “presa in carico del paziente” da parte della sanità pubblica.
Presa in carico significa che per ogni forma di patologia la ASL dovrà indirizzare il paziente presso la struttura più attrezzata e valida. Quindi accordi con il Rummo, il Pascale, il Santobono e qualunque altra struttura, in Regione Campania, ma anche fuori se serve, che garantisca la più alta capacità di cura per ogni tipo di patologia oncologica”.

SOSTEGNO A FAMIGLIE DISABILI – “La politica di “presa in carico” del paziente dovrà essere sviluppata per il mondo della disabilità. È inaccettabile che alle famiglie, oltre ai problemi derivanti dalla disabilità, si aggiungano tristemente problematiche di natura burocratica e difficoltà di inserimento nei centri di riabilitazione. È veramente insopportabile. Il dolore di queste famiglie richiede rispetto prima ancora delle cure necessarie. I problemi di queste famiglie devono essere trasferiti: devono diventare i problemi della sanità pubblica. Senza se e senza ma.
A tal proposito sottoscrivo il manifesto della Fish Campania dal titolo “LA PERSONA AL CENTRO: Autodeterminazione, autonomia, indipendenza per le persone con disabilità”. Mi impegno ad inserire al centro dell’agenda istituzionale nei prossimi cinque anni: politiche unitarie, autonomia, vita indipendente, de-istituzionalizzazione, autodeterminazione, livelli di assistenza accessibili e continuativi, politiche del lavoro, mobilità, trasporti, sostegno alla famiglia e al lavoro di cura, istruzione ed educazione, trasparenza negli atti pubblici”.

PREVENZIONE DISTURBI NEUROSVILUPPO – “È necessario affrontare un tema spesso lasciato in disparte, i disturbi del neurosviluppo che sono principalmente: disturbi specifici dell’apprendimento (in sigla DSA); autismo (in sigla ASD – Autism Spectre Disorders); disattenzione e Iperattività (ADHD); disabilità intellettiva (DI); disturbi del movimento.
Su questi disturbi del neurosviluppo c’è tanto da lavorare nell’acquisizione di capacità diagnostica e di trattamento. Occorre definire indirizzi per una diagnosi e un intervento precoci per i disturbi neuropsichiatrici e neuropsichici dell’infanzia e dell’adolescenza. Nel 2019 sono state emanate le linee di indirizzo sul neurosviluppo da parte della Conferenza Stato-Regioni con l’indicazione di recepire i contenuti (documento di indirizzo: http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato8398665.pdf).
Il mio impegno in Regione è accelerare sul recepimento di questi indirizzi. I disturbi neuropsichici dell’infanzia e dell’adolescenza rappresentano un ambito pediatrico di particolare rilevanza per la salute pubblica”.

RIORGANIZZAZIONE OSPEDALE SANT’AGATA – “L’ospedale di Sant’Agata de’ Goti deve essere visto come una grande opportunità di programmazione, definendone una precisa vocazione specialistica, con l’autonomia di tutte le discipline già presenti, ottimizzando gli accorpamenti funzionali al fine di evitare doppioni “ inutili” con il Presidio di Benevento. Tale riorganizzazione non può prescindere dal  potenziamento delle risorse umane e del parco tecnologico di entrambi i presidi. Unica AORN ma con piena autonomia per tutte le discipline presenti su entrambi i presidi, prevedendo un potenziamento delle risorse umane e del parco tecnologico, migliorando l’offerta sanitaria aziendale ed eliminando così la necessità di portare fuori provincia i nostri concittadini.
Potenziamento ed introduzione di nuove branche specialistiche presso il presidio di Benevento che deve ritornare PROTAGONISTA della rete ospedaliera regionale. Integrazione Azienda Ospedaliera – Azienda territoriale sinergia indispensabile per migliorare il bisogno di salute in  tutta la provincia, specie nelle aree interne”.

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