Medio Calore
Apice, Comune e ACS insieme contro la chiusura dello sportello della BPN

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“A conclusione della raccolta firme ad Apice, e con largo consensi, per essere informati sul motivo di tale chiusura, sui tempi di riapertura e sull’annullamento delle quote di competenza per tutti i mesi in cui la filiale del gruppo Banco BPM Banca Popolare di Novara è stata inoperativa nel predetto Comune”. Così in una nota congiunta il Comune di Apice e l’Associazione Centro Servizi Consumatori.
“Anche il Sindaco di Apice, Angelo Pepe, è sceso in campo per la riapertura della filiale della Banca popolare di Novara gruppo BPM di Apice, chiusa ormai da cinque mesi senza formalizzare alcuna motivazione se non quella di tipo organizzativo della rete di sportelli – afferma Pepe –. Tale disservizio non è più sopportabile da parte dei cittadini di Apice utenti della BPN che nella fase dell’emergenza epidemiologica sono stati costretti, per compiere operazioni bancarie, a recarsi fuori della sede del territorio di Apice correndo elevati rischi connessi al contagio. Come dimostrano le innumerevoli firme raccolte c’è un’utenza rilevante che non giustifica in alcun modo, nell’ambito della riorganizzazione della rete di sportelli, la chiusura e/o il trasferimento dello sportello dal Comune di Apice. Parliamo di una banca denominata popolare che per proprie funzioni deve essere vicina ai territori per espletare quei servizi essenziali alla comunità, per cui, la raccolta di firme è lo strumento per interessare gli organismi bancari competenti affinché riveda la propria posizione per rimanere a svolgere la propria attività, ritenuta necessaria e meritevole, sul territorio del Comune che ho l’onore di rappresentare.
Sulla stessa linea il presidente dell’Associazione ACS, che invita la Banca a riflettere in ragione del disagio creato agli utenti a causa dell’imprevista chiusura dello sportello bancario. “Una condizione, oggi, non più giustificata, tra l’altro, da imposizioni ministeriali o regionali. Dovrebbero capire – prosegue il presidente – che, nei piccoli centri, la banca, così come la posta o la farmacia, rientra tra i cosiddetti servizi essenziali per la comunità. Parliamo di territori dove, tra l’altro, risiedono molti anziani abituati, in seguito all’accredito delle pensioni, a ritirare il contante allo sportello nonché ad effettuare versamenti. Il presidente Mesisca è, pertanto, in linea con la posizione del Primo Cittadino, che già nei mesi scorsi, quando si era in piena emergenza Covid-19, aveva più volte denunziato tale incresciosa situazione. Ci auguriamo vivamente che la Banca sia pronta a fornire una valida risposta al disagio denunziato e nel contempo attui quelle scelte strategiche finalizzate a ripristinare quei servizi bancari sospesi da diversi mesi or sono agli utenti”.