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‘Io x Benevento’: ‘L’Asl continua a penalizzare i cittadini’
																														
															
															
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“E’ notizia di qualche giorno fa, che il Comune di Benevento, ha  donato duemila kit per il testo rapido relativamente al Covid-19,  all’Azienda Sanitaria Locale affinché si avviasse una maggiore  ricognizione territoriale di accertamento e contenimento della pandemia  in corso. Proprio il 2 aprile, la direttrice sanitaria dell’ASL, Concetta Conte, dichiarava che dopo un accordo raggiunto con l’Ordine dei Medici e  con i Medici di Medicina Generale, questi kit per il testo rapido di  ricerca degli anticorpi IgG e IgM, sarebbero stati consegnati ai Medici  di Famiglia per avviare una maggiore ricognizione su tutta la Provincia  di Benevento.          
Ebbene, così non è stato, proprio ieri, – scrive Giuseppe Schipani, presidente di ‘Io x Benevento’ – abbiamo appreso il grido dei  medici di Famiglia che si lamentavano di aver ricevuto comunicazione  dall’ASL che questi kit sarebbero stati, invece, utilizzati per il piano  regionale che dovrebbe partire e quindi dirottati per ospedali, polizia  penitenziaria, forze dell’ordine, poste, casa di cura, etc. Ora, premesso che per l’attuazione del piano regionale, l’ASL sarebbe  stata dotata dei Kit direttamente dalla Regione, che motivo c’è di  anticipare la procedura con i kit donati dal comune?          
Questo modo di agire – aggiunge nella nota – fa emergere, ancora una volta, la  considerazione che l’ASL ha nei confronti dei Medici di Medicina  Generale, della miope visione dell’organizzazione dell’assistenza  territoriale e dell’assenza di un monitoraggio provinciale che avrebbe  potuto garantire molteplici vantaggi sia ai cittadini che favorire una  maggiore efficienza delle strutture sanitarie pubbliche congestionate.          
I medici di Famiglia, pur essendo dei lavoratori autonomi, sono  convenzionati con l’ASL e garantiscono il primo approccio con i  pazienti. Sono stati costretti a vivere e ad affrontare questa emergenza  in solitudine, abbandonati al proprio destino e alle proprie ridotte  risorse, hanno dovuto garantire un’assistenza territoriale di base,  assolutamente scevra di un progetto, di un’organizzazione ed un  coordinamento sanitario che l’ASL  è tenuta a garantire. Sono stati  abbandonati al loro destino, esposti per gli innumerevoli motivi  riconducibili alle loro competenze, senza essere stati formati per  affrontare la pandemia, senza dispositivi di sicurezza, i primi sono  arrivati verso la metà di marzo, ed ora si continua a trattarli come  medici di seconda fascia.          
Il territorio e dunque i cittadini, rimangono scoperti, il test  serviva come ausilio diagnostico per intercettare, nella fase iniziale,  il Covid-19 e instaurare, da subito, una adeguata terapia. I Medici  avrebbero potuto contattare le USCA per un tampone nel breve tempo  possibile e isolare e tracciare i contagiati, evitando focolai  familiari. Insomma, ancora una volta, – chiude Schipani – territorio non solo penalizzato ma esposto  alla diffusione, privo di un sistema di controllo, mortificato da  decessi e contagi che potevano essere sicuramente evitati”.   
							
							


