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Sindacati

La Cisl Fp: “Si riattivi l’ex presidio ospedaliero di Cerreto Sannita”

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«Chiediamo alla Regione Campania di riattivare, con urgenza, l’ex presidio ospedaliero Madonna delle Grazie di Cerreto Sannita per farne un polo per la prevenzione e la cura del coronavirus, utilizzando le risorse speciali annunciate nel Dpcm dell’11 marzo 2020», è la proposta di Antonio Santacroce, segretario generale Cisl Fp IrpiniaSannio.

«Per portare a termine questa operazione – prosegue Santacroce – è necessario coinvolgere il prefetto di Benevento, i sindaci dei comuni sanniti, il presidente della Provincia, il direttore generale dell’Asl e quello dell’Azienda ospedaliera San Pio: questo è il momento dell’unione. Solo insieme possiamo farcela».

«In Campania e in provincia di Benevento aumentano di giorno in giorno i casi sospetti e di conseguenza anche i contagiati. Preso sarà raggiunto il picco massimo dell’epidemia nella nostra Regione e non possiamo farci trovare impreparati. Tra le conseguenze ci sarà pure la crescente occupazione di posti letto, soprattutto in Terapia intensiva, mettendo a dura prova il sistema sanitario regionale».

«Dunque – conclude Santacroce – tenuto conto che a Cerreto Sannita è presente un ospedale già parzialmente attrezzato, e solo da pochi anni non più operativo, che opportunamente riattivato potrebbe da subito essere dedicato all’assistenza ed alla cura dei soggetti ammalati di Covid-19, chiediamo alla Regione di attivarsi in questo senso».

Sulla questione interviene anche Sonia Iasiello, coordinatrice della Sanità pubblica e privata  Cisl Fp IrpiniaSannio: «La provincia di Benevento– dice la sindacalista – in questo momento di emergenza è l’unica che non è stata destinataria di aumenti di posti letto di terapia intensiva, cosi come invece previsto per le altre province della Campania. In virtù di ciò siamo preoccupati che questa disattenzione nei confronti della sanità Sannita possa essere letale in caso di aumento dei contagi.  Cerreto Sannita potrebbe essere sicuramente la soluzione immediata, ma anche l’ospedale mai aperto di San Bartolomeo in Galdo.  Quest’ultimo servirebbe per gestire un territorio difficile da raggiungere e dove la sanità da anni fa fatica ad investire. Pensiamoci ora e non piangiamo quando sarà troppo tardi».

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