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Associazioni

Radici International: assistenza e sostegno ai 53 lavoratori ex Russo licenziati

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L’Associazione Radici International (ARI) opera per la divulgazione culturale e scientifica, per promuovere la solidarietà e per sostenere i singoli e le comunità che denunciano ingiustizie, emarginazione e pregiudizi.

A ragione di ciò, nella Riunione di venerdì 15 novembre i responsabili della sede di Benevento (unitamente al Coordinatore Regionale Valentino Soreca), dopo un incontro con gli stessi, avvenuto nei giorni precedenti alla presenza del Consigliere Comunale (nonché delegato provinciale) Luca Paglia, – scrive l’associazione – hanno deciso di accogliere la richiesta di assistenza e sostegno morale e fattivo, dei 53 lavoratori ex Russo licenziati alla fine del 2016 (Amministrazione Mastella). Da quel momento inizia il loro calvario fatto di attese, speranze e promesse (anche implicite rassicurazioni).

Il loro racconto è drammatico, l’umido nei loro occhi è sincero, cinquantatré famiglie disperate, condannate alla fame. Alcuni di loro costretti, dall’esigenza, a fare ricorso agli aiuti della Caritas e diciamo “costretti” perché supponiamo che nessuno vorrebbe pensare di se stesso di essere arrivato a tale grado di povertà, avendo voglia di lavorare ed avendo sempre lavorato.

Lavoratori che per sei anni – continua Radici – sono costati all’Asia solo 9 (nove) euro al giorno, coprendo ogni mansione ed ogni turno (anche notturno e festivo), dallo spazzamento al ritiro dei rifiuti porta a porta.
Successivamente al loro licenziamento furono sostituiti da lavoratori interinali, al costo di migliaia di euro mensili cadauno (piace ricordare che il Comune era ed è in dissesto).
La loro “storia incredibile” si arricchisce anche di altri “pisodi”.
Raccontano che ad ottobre 2015, dopo 5 anni, la mobilità finisce ma essi continuano ad essere tenuti in servizio non accorgendosi di far lavorare 53 persone per 40 giorni senza copertura di mobilità.

Raccontano di un licenziamento ingiusto (hanno raccolto documenti che a loro dire comproverebbero una responsabilità non solo politica)
Documenti (integrati da nuove documentazioni raccolte in Regione Campania) che presto saranno riportati alla attenzione degli Organi Competenti (Asia e Comune compresi).

Il 4 aprile del 2018 – prosegue Radici – ci eravamo già occupati di loro adoperandoci al fine di avere un incontro con il Sindaco ed ottenere che l’Assessore Regionale, Sonia Palmeri (Lavoro e Risorse Umane), molto sensibile al problema, incontrasse un “delegato dal Sindaco” (Assessore Luigi De Nigris) per valutare ogni possibilità di risoluzione del problema
Accompagnammo anche noi la delegazione composta da De Nigris e due rappresentanti dei lavoratori ed ascoltammo le indicazioni che venivano fornite al fine di risolvere il problema (unitamente alla massima disponibilità, da parte dell’assessore regionale, di fornire ogni ulteriore chiarimento).

Fiduciosi nel buon interessamento e volontà amministrativa (l’assessore De Nigris promise ogni impegno, anche di un eventuale “piano B”), convinti e rassicurati che sarebbe stato posto in essere ogni intervento risolutivo, congedammo gli ex Russo (il nostro compito era terminato).

Martedì scorso riceviamo e rispondiamo ad una richiesta di incontro con i 53 lavoratori e ci raccontano (alla presenza di Luca Paglia) che nulla è cambiato, che (ad un anno e mezzo) non avrebbero avuto notizie dall’assessore De Nigris e che il problema non solo non è stato risolto ma addirittura si è aggravato. Non è mancato al danno anche la beffa: nei giorni scorsi (a distanza di anni) i lavoratori si sono visti recapitare una missiva dove si chiedeva loro di “restituire la scopa” o di pagarla.

Scope che i lavoratori raccontano di aver lasciato in azienda, poiché licenziati da un giorno all’altro. Alcuni di loro avrebbero già pagato i 100 euro richiesti pur di non creare, alcuna o ulteriore, situazione di ostacolo, altri si appresterebbero a farlo in questi giorni (cento euro una scopa?).
Ci piace ricordare – conclude Radici – che questi “lavoratori” mai hanno messo in pratica proteste eccessive ma, al contrario, dopo un primo pacifico sitting sotto al Comune, hanno sempre tentato e chiesto di risolvere il problema attraverso civili incontri e confronti nelle sedi preposte (Sindacati, Comune che Asia) fidandosi ed affidandosi. Sarà stato questo il loro errore (?)”.

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