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Allagamento Minicozzi, Barone: ‘Le aziende paghino quota condominiale per servizi migliori’

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“La questione dell’allagamento dell’azienda Minicozzi necessita di un approfondimento e non può essere certo liquidata con semplici dichiarazioni di circostanza. Sono stato tra i primi ad arrivare nell’opificio industriale per rendermi conto dell’accaduto. Ho espresso la mia solidarietà e vicinanza alla famiglia Minicozzi, chiedendo l’immediato intervento della struttura tecnica dell’Asi per individuare, ove ce ne fossero, eventuali soluzioni tampone ma ora è giunto il momento di programmare bene il futuro dicendo, però, tutte le verità”. Così il presidente del Consorzio Asi della Provincia di Benevento, Luigi Barone

“Bisogna partire un po’ da lontano, ovvero dai tempi di realizzazione della rete di scarico delle acque bianche (anni ’90) e dall’alluvione di ottobre 2015. E’ ovvio che una fognatura realizzata circa trent’anni fa è abbastanza obsoleta e magari non più adeguata all’attuale conformazione dell’insediamento e della viabilità; se aggiungiamo i danni, ingenti, dell’alluvione 2015 il dato è presto tratto. Il Consorzio Asi, e di questo ringrazio la struttura, non è certo stato fermo o inerme ma immediatamente, dopo gli eventi alluvionali, ha predisposto, con la collaborazione dell’Università del Sannio, un progetto di riqualificazione ambientale per il ripristino delle infrastrutture deteriorate, ripensando l’intero sistema idraulico nella zona ove insiste l’azienda Agrisemi Minicozzi. Sul progetto l’Asi ha già avuto la promessa di finanziamento dalla Regione Campania, ora siamo in attesa del decreto definitivo di finanziamento. Questo è quanto per gli interventi straordinari, ma c’è da dire molto sugli interventi ordinari…”.

Per il presidente Barone “nell’agglomerato industriale di Ponte Valentino all’attualità sussiste una gestione con tratti di elevata qualità per quanto riguarda i cosiddetti ‘servizi a domanda individuale’ – fognatura nera, depurazione, acqua potabile e industriale –, nel mentre sussistono difficoltà nella gestione dei cosiddetti ‘servizi ad uso comune’ – pubblica illuminazione, rete fognaria bianca, canali di scolo, asse viario e manutenzione del verde -, che nell’agglomerato non sono a carico del comune di Benevento ma dell’Asi. La causa di questo ritardo è facilmente rinvenibile in una mancata adesione, da parte delle imprese insediate, al sistema di tipo ‘condominiale’ di dette utilities. Infatti, il Consorzio Asi, sin dall’esercizio 2009, ha adottato uno specifico Regolamento che recepisce il Piano di Gestione con riparto dei costi e, malgrado l’adesione di Confindustria, le aziende non hanno mai aderito al sistema ‘condominiale’.

Per cui, non avendo il Consorzio, come tutti i consorzi industriali, alcuna risorsa trasferita per fronteggiare questi costi di gestione dei servizi comuni, quel Piano non ha potuto avere concreta attuazione. Anzi, finora il Consorzio si è accollato tutti gli oneri di gestione e di manutenzione (strade, verde, pubblica illuminazione compreso il pagamento della bolletta elettrica) cui avrebbe dovuto far fronte con le risorse raccolte dal ‘condominio’”.

Per il presidente Barone, quindi, “è indispensabile che le aziende paghino il dovuto per i servizi comuni permettendo, così, al Consorzio di erogare i migliori servizi per le aziende stesse; diversamente casi come quelli capitati a Minicozzi potrebbero ripetersi”.

Infine, il presidente dell’Asi anticipa che “a brevissimo convocherà un incontro con le aziende, le associazioni di categoria e gli enti soci del Consorzio per addivenire ad un sistema condiviso. Nella legge di riferimento delle Asi è espressamente previsto che i Consorzi promuovono, nell’ambito degli agglomerati industriali, le condizioni necessarie per la creazione e lo sviluppo di attività imprenditoriali e dei relativi servizi alle imprese; è questo il nostro obiettivo principale e credo debba essere lo stesso delle aziende insediate. Non vorrei, però, – conclude Barone – che per erogare i migliori servizi il Consorzio debba essere costretto ad utilizzare poteri coercitivi ad esso conferiti per legge, agendo in maniera unilaterale nei confronti delle aziende”.

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