Featured
Indagine su università, il rettore de Rossi: ‘Valutiamo azione nei confronti del Censis’
Secondo il vertice dell'ateneo sannita, l'indagine del Centro Studi, che pone al penultimo posto l'Università del Sannio, sarebbe "sommaria e non considera fattori fondamentali come la didattica, la ricerca e la terza missione e provocherebbe, perciò, danni a causa di una cattiva pubblicità." "Secondo Almalaurea - continua il rettore de Rossi, ricordando che l'ateneo ha un Dipartimento di eccellenza premiato per la qualità della ricerca, Unisannio è tra i pochi atenei del Sud che garantiscono occupazione e retribuzioni in linea con il Nord"
Ascolta la lettura dell'articolo
All’indomani della classifica Censis sulle università italiane, pubblicata da La Repubblica, che vede l’Università del Sannio al penultimo posto tra i piccoli atenei, il rettore Filippo de Rossi annuncia che sta valutando, insieme ad altri rettori campani, l’ipotesi di un’azione nei confronti del Centro Studi. Altri rettori della Campania hanno, infatti, espresso disappunto e contestato i criteri di giudizio utilizzati.
“Ogni anno – ha dichiarato de Rossi – a luglio ci viene inflitta una pagella approssimativa che valuta il nostro ateneo sulla base di dati incerti e discutibili. La stesso quotidiano La Repubblica a giugno scriveva del primato Unisannio in fatto di occupazione e remunerazione dei nostri laureati, mentre oggi su quello stesso parametro veniamo penalizzati”.
“Non è corretto esprimere giudizi sommari su un ateneo senza considerare altri fattori fondamentali come la didattica, la ricerca e la terza missione – continua de Rossi – l’indagine Censis fornisce un racconto limitato e purtroppo non è noto a tutti. Per questa ragione siamo preoccupati per i danni causati da una cattiva pubblicità.
L’80% dei nostri studenti laureati ha dichiarato che, qualora potesse tornare indietro, farebbe la stessa scelta. Abbiamo un Dipartimento di eccellenza premiato per la qualità della ricerca.
Secondo Almalaurea, Unisannio è tra i pochi atenei del Sud che garantiscono occupazione e retribuzioni in linea con il Nord. A questo punto la stroncatura del Censis somiglia più alla valutazione di una guida per vini, con tutto il rispetto per il settore, ma certo poco adatta a giudicare il sistema formativo pubblico italiano”.