Opinioni
Carità ed accoglienza: riflessioni del presidente del Comitato Cappuccini/Atlantici/Mellusi

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Chiediamoci perché Gesù dà tanta importanza all’ipocrisia. Prima ancora, però, vediamo in cosa essa consiste. Dopodiché bisognerà vedere come riconoscerla, cosa non facile ed infine vedremo quali sono i rimedi. Il mio intervento non sarà un sermone, come siamo abituati da tempo ad assorbire solo per tapparci le bocche, ma solo un esame di coscienza che dovremmo farci tutti noi; mi permetto di farlo anche perché con pieno diritto delle mie facoltà mentali e seguendo il messaggio evangelico del Pontefice – “seguite le orme di San Francesco’’ -, il sottoscritto, insieme a tanti amici, da un po’ di tempo sacrifica con piacere il proprio fine settimana al servizio della collettività tra ultimi e disabili, non facendo parte di nessuna Ong, coop, associazione, Caritas o altro. Sia chiaro: non siamo professionisti della carità, perché ogni volta veniamo pagati in sorrisi e per noi è una grande ricchezza senza eguali.
Eppure, quando accadono cose come quelle che riguardano i migranti coinvolti in una spirale di affari tra privati e rappresentanti di uno Stato deviato, le rapine come quella accaduta in questi giorni, oppure gli ultimi lasciati sempre più soli in piena emarginazione, allora si che mi viene lo schifo, lo schifo più totale.
Un esame di coscienza che dovremmo farci tutti, dai luoghi dove dovrebbe esserci la rappresentanza dello Stato, alle istituzioni, da chi doveva controllare e ce ne sarebbe tanto da dire, ma cambierebbe qualcosa? La linea di Governo adottata in queste settimane è la problematica vera nel nostro pPaese? Oppure il problema vero lo abbiamo sempre avuto in casa da tempo senza farci caso, oppure passandoci sopra?
Sicuramente uomini dello Stato veri, come Bellassai, Salerno, Puel, Policastro, Zerella, Conzo, potrebbero lavorare molto meglio di come già magnificamente fanno, se ci fosse più presenza delle altre Istituzioni, ma forse queste ultime sono più impegnate a presenziare a cerimonie varie. Personalmente ho apprezzato la lettera aperta dell’Arcivescovo sulla questione migranti, però, che non me ne voglia Monsignor Accrocca, dovrebbe guardare oltre le porte della Curia, perché vedrebbe realmente quanta ipocrisia c’è nelle missioni umanitarie, giacché quando esce fuori l’ipocrisia, come accaduto appunto in questi giorni, essa diventa una minaccia per gli approfittatori, i mediocri e i banditi, costringendoli a spostare sulla pace l’ipocrisia della guerra, cosa che fanno attualmente molti cooperanti tra centri d’accoglienza e Sprar, sfavorendo l’immagine di chi invece accoglie i migranti in piena regola.
L’ipocrita si finge amico, ma intanto trama nell’ombra e colpisce improvvisamente l’innocente alle spalle restando nascosto, come un serpente che ti morde. Ecco perché Gesù chiama gli ipocriti “serpenti” e “razza di vipere”. (Diego Ciullo, presidente Comitato di quartiere zona Cappuccini/Atlantici/Mellusi)