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POLITICA

M5S: “Ai territori alluvionati del Sannio riconosciuto appena il 10% dei danni”

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“Messi in ginocchio dall’alluvione, mandati letteralmente in crisi da un governo regionale il cui impegno è stato profuso solo nel formulare slogan e buoni propositi puntualmente disattesi. La beffa è stata maggiore del danno per gli abitanti del Sannio, duramente provati dall’alluvione dell’ottobre del 2015, che ad oggi hanno potuto beneficiare di meno del 10 per cento degli stanziamenti annunciati dal governatore De Luca”.

E’ quanto denunciano il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle e componente della commissione Attività produttive Gennaro Saiello e il consigliere regionale e segretario della commissione Agricoltura M5S Michele Cammarano.

“Bisognò attendere l’estate del 2016, un anno quasi dall’evento – sottolineano Saiello a Cammarano – per avere una prima stima dei danni. Oltre un miliardo di euro fu la valutazione della Regione: 150 milioni per le attività produttive, 131 per l’agricoltura, 74 milioni di euro per le abitazioni private e circa 700 milioni tra opere viarie e altre infrastrutture pubbliche.

Ebbene, ad oggi risultano stanziati meno di 80 milioni. Una cifra irrisoria per fronteggiare la sola crisi abitativa, oltre che una vera e propria emergenza nel settore agricolo. Come possono gli agricoltori, a cui l’alluvione ha distrutto macchinari e attrezzature, far ripartire le proprie attività con queste risorse? Non bastasse, con i fondi irrisori stanziati per i Prs, sono state finanziate appena poche pratiche, a fronte di tantissime domande puntualmente bocciate.

C’è poi un altro paradosso. Quei pochi imprenditori agricoli che avevano avuto accesso ai vecchi fondi del Psr 2007-2013 e che a causa dell’alluvione si sono visti costretti a interrompere gli investimenti, si sono visti recapitare dalla stessa Regione un’intimazione per la restituzione dell’intero imposto dello stanziamento ricevuto. A completare un quadro desolante, contribuisce la scandalosa gestione dei pagamenti dei premi sulle superfici biologiche, ancora fermi al 2015. Il tutto in un territorio, quello sannita, sul quale il 90% dei comuni sono a prevalente indirizzo agricolo”.

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