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Dopo 40 anni ritorna il Campo Hobbit: “Una comunità che riprende il cammino”
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“Nessuna nostalgia e nessun pregiudizio. L’obiettivo è creare il terreno fertile sul quale poter costruire una comunità legata dalla condivisione delle idee”. Riparte dalle parole di Marina Simeone, presidente dell’associazione “Generoso Simeone”, l’avventura del Campo Hobbit.
A distanza di 40 anni dalla prime e storica edizione, era l’11 giugno del 1977, all’interno del campo sportivo di Montesarchio una parte della destra italiana torna a discutere su prospettive future e progetti.
Alla fine degli anni ’70 il raduno rappresentò un evento destinato a divenire un cult per i giovani dell’epoca. Quell’esperienza partorì un modo nuovo di concepire la politica, slegata dagli schemi dei partiti e, invece, più vicine alle esigenze di una generazione che poi sarebbe divenuta classe dirigente. Un percorso interrotto nel corso degli anni e che oggi si presenta come il tentativo per un nuovo inizio.
“Oggi – ha aggiunto Simeone -, forti degli errori del passato vogliamo proseguire ed andare oltre in quel cammino iniziato 40 anni fa da questo luogo”.
Ricco il programma del campo, in programma da 23 al 25 giugno. Dibattiti, concerti ed confronti stanno animando una tre giorni che analizza le molteplici facce di un mondo poco conosciuto e che nel tempo è andato dividendosi e sgretolandosi.
Nella prima serata spazio alla musica alternativa, vera protagonista dei Campi Hobbit, ma anche ad una analisi critica fatta dai protagonisti che hanno animato le prime edizioni. Tra gli altri a Montesarchio anche l’ex sindaco di Roma e ministro alle Politiche Agricole Gianni Alemanno. Tradizione, mondialismo ed identità, invece, i temi delle ultime due giornate.