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AMBIENTE

Rifiuti, Lonardo sostiene Scarinzi: “C’è la necessità di un digestore anaerobico”

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“Le dichiarazioni del Consigliere Luigi Scarinzi circa la necessità per il Sannio di dotarsi di un digestore anaerobico per soddisfare le necessità provinciali di smaltimento della frazione umida proveniente dalla raccolta differenziata, dopo 10 anni, mi trova ancora pienamente d’accordo”. Il presidente dell’Asia Lucio Lonardo interviene sul tema del ciclo dei rifiuti.

“Infatti – scrive in una nota -, già il 17 luglio 2007, con delibera 297, il Cda,. dell’ASIA deliberò non solo un avviso per una eventuale partnership per la cogestione di un impianto di selezione semiautomatico per la frazione secca valorizzabile ma successivamente pubblicò un bando conoscitivo per le tecnologie esistenti per il trattamento della frazione umida. Successivamente per quest’ultimo si partecipò anche al parco progetti emesso dalla Giunta Bassolino e solo la mancata copertura finanziaria emersa dopo l’avvento della Giunta Caldoro ne impedì la realizzazione. Inoltre il 7 gennaio 2013 fu stipulato un protocollo d’intesa tra ASIA, Comune e Provincia di Benevento per la sua realizzazione.

Ultimamente – conclude – è stata presentata documentazione alla Regione Campania, giunta Pepe, per realizzare almeno l’impianto di compostaggio ma anche questa iniziativa è rimasta al palo. Il vulnus, quindi, è ancora aperto e la costituzione dell’ATO, e non il Comune, avrebbe la possibilità di ripresentare il progetto: ma attenzione, perché si abbia un effettivo risparmio sulla TARI, la gestione deve essere propria e non di un privato che garantirebbe solo un risparmio nei trasporti e una misera Royality che non inciderebbe granchè sui ricavi che si perderebbero in toto dalla mancata gestione in proprio. Fare delle corse in avanti con un privato in questo momento, ( si sentono già in giro voci di incontro “al caminetto”, con la costituenda ATO, sarebbe quanto meno sospetto e soprattutto impedirebbe un proficuo guadagno al produttore della frazione differenziata impedendogli ancora una volta di usare esso rifiuto come risorsa economica”.

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