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AMBIENTE

Rifiuti, Scarinzi scrive a Russi e rilancia l’idea dell’impianto di compostaggio anaerobico

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“La situazione in cui versa la Città, ormai da qualche mese, in ordine alla raccolta dei rifiuti solidi urbani, unitamente alla paventata crisi finanziaria che starebbe attraversando la Municipalizzata Asia e controversie annesse, ivi comprese le note riservate interne che approdano sulle pagine dei quotidiani, meritano una riflessione responsabile e scevra da ogni forma di strumentalizzazione, rivolta allo scopo di ottimizzare un servizio basilare per la nostra comunità”.

Inizia così la lettera aperta del consigliere comunale del Gruppo Misto a Palazzo Mosti, Luigi Scarinzi, indirizzata all’assessore all’Ambiente, Vincenzo Russi, e per conoscenza al sindaco Mastella.

“Mi rivolgo a Lei, titolare della delega, oltre che umanamente preordinato al perseguimento di buone prassi. Da anni a Benevento – spiega Scarinzi – si applica il sistema della raccolta differenziata “porta a porta”, che ci ha condotti ad incrementare le percentuali di raccolta e di collocarci sul podio in Regione Campania. Tale sistema virtuoso, Lei mi insegna, ha dei costi molto elevati e si autofinanzia, nel senso che il ciclo di raccolta e smaltimento deve essere liquidato con quanto il Comune introita per il tramite della contribuzione sui rifiuti (TARI). È perciò che negli anni, alla competente Azienda sono stati trasferiti svariati milioni di euro per il corretto espletamento del servizio, con ricadute inevitabili sull’applicazione del tributo, la TARI appunto, divenuta oneroso carico per i cittadini beneventani. Allo stato, la condizione economica dell’Ente con conseguente taglio del trasferimento fondi all’ASIA, unitamente alle recenti difficoltà nel riscuotere il 100% dei tributi funzionali a finanziare il ciclo, inficiano fortemente lo svolgimento del servizio, con effetti derivati a detrimento dei cittadini.

Un’ altra criticità – continua nella missiva – è rappresentata dall’altissimo costo per il trasporto ed il conferimento dell’umido alla piattaforma di stoccaggio che deve provvedere poi al successivo invio dell’umido ai vari impianti di compostaggio, che onera l’ASIA di una spesa che supera abbondantemente il milione di euro l’anno, congiuntamente al costo per il trasporto e il conferimento dell’indifferenziata agli impianti Stir, che si aggira intorno al milione e mezzo l’anno.

Gentile Assessore, il senso di questa mia, è totalmente propositivo. Dare concretezza ad un impianto di Compostaggio Anaerobico a Benevento. Tale ipotesi, affatto peregrina, implicherebbe numerosi vantaggi per la nostra collettività, come l’abbattimento di oltre i due terzi della spesa annua per l’umido, la produzione di gas, energia e metano biologico, la produzione di compost utile alla nostra agricoltura, nuovi posti di lavoro. Correva l’anno 2013, quando nella qualità di Assessore con delega all’Ambiente, iniziammo un ragionamento di questo tipo, c’era la disponibilità di investitori pubblici e privati, addirittura individuammo un’area dove insediare l’impianto ed il Comune avrebbe dovuto soltanto rilasciare le necessarie autorizzazioni. Venne programmata anche un’edificante visita all’esistente impianto della Città di Salerno, su invito dell’Assessore all’Ambiente, ove una delegazione di noi addetti, accompagnati da un giornalista a luglio 2013 potemmo constatarne tutti i benefici, e in termini di impatto ambientale, e di valorizzazione del rifiuto economicamente (documentabile giornalisticamente).

Il biodigestore a Salerno sorge sullo splendido lungomare, nelle vicinanze dello stadio, ma anche di una clinica privata, di un centro commerciale e di diversi ristoranti e strutture ricettive. Dall’impianto non si sprigionava alcuna esalazione, regnavano ordine e pulizia, il compost prodotto veniva utilizzato gratuitamente dalle aziende agricole, gas ed energia adoperati da aziende e dalle famiglie salernitane, un’economia in termini di contribuzione per i cittadini e relativo indotto occupazionale.

Svestendo casacca e abbandonando i vessilli, in un’ottica di cooperazione e progettazione, – conclude Scarinzi – perché non dare esecutività a tale disegno? Gli esiti di convenienza per la Città ed i suoi cittadini, incasserebbero il consenso e la partecipazione di tutti i soggetti interessati realmente al bene comune”.

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