Sindacati
Pagamento dei giorni di permesso della legge 104/92: la Flaica Cub replica

Ascolta la lettura dell'articolo
Riceviamo e pubblichiamo la lettera della FLAICA CUB che risponde al Direttore dell’Asia, Massimo Romito, sulla questione del pagamento dei giorni di permesso della legge 104/92.
“Gentile dr. Romito, ricordiamo a noi stessi prima ancora che all’esimio Direttore dell’ASIA che i permessi L. n.104/92 sono stati previsti dalla legge per consentire alle persone che hanno la disgrazia ma anche il dovere di assistere dei familiari malati di gravissimi handicap di usufruire di 3 giorni di permesso retribuito al mese. Permessi pagati, peraltro, dall’INPS e non dal datore di lavoro.
Se il lavoratore invece di assistere il proprio familiare rinunzia al permesso in cambio da danaro gli effetti sono 2, uno più grave dell’altro: 1) il portatore di handicap, nemmeno considerato nella procedura di rinunzia, rimane senza assistenza; 2) il dipendente svende i propri doveri di assistenza nei confronti del portatore di handicap.
La dignità c’entra e come: per quanto ci riguarda è come se il dipendente malato rinunziasse per soldi a curarsi perché ha bisogno di danaro per mantenere la famiglia. Si tratta dello stesso tipo di svendita. In questo caso, però, con l’aggravante che la svendita riguarda chi non può difendersi.
Il Direttore dall’alto del proprio reddito probabilmente non si rende conto che il bisogno familiare costringe le persone normali di questi tempi a fare scelte poco dignitose per sé e per la propria famiglia.
Il c.d Voucher, termine famigerato che in italiano ormai significa, Frode Autorizzata dei Lavoratori, dovrebbe aggiungersi ma non sostituire e, anzi, eliminare il diritto alla salute che i Medici prima di tutto (vero dr. Lonardo?) dovrebbero garantire.
Peraltro qui non si tratta di Voucher, intesi come buoni spendibili per aiutare chi assiste i malati; l’accordo prevede un pagamento in danaro quale premio di produzione , maggiore quanti più sono i permessi cui si rinunzia (tra l’altro è a dirsi che mentre il permesso è pagato dall’INPS il premio è pagato dall’ASIA e, quindi, dai cittadini del 2 volte dissestato Comune di Benevento. Ma qualcuno ha controllato se questi costi potevano essere sostenuti?).
Quindi il “bellissimo accordo” di cui Romito parla ricorda tanto la scena dei film Il Giudizio Universale dei grandissimi De Sica e Zavattini, quando i genitori proletari si vendono i figli alle abbienti coppie americane.
In questo periodo di crisi quasi post bellica, in cui i lavoratori sono costretti ad elemosinare anche il pagamento dello stipendio, gli Enti di proprietà pubblica dovrebbe dare l’esempio ai privati: invece è il contrario.
Se un malato grave dovesse subire un danno irreversibile perché il parente che doveva assisterlo si è venduto il suo permesso all’ASIA sapremo di chi è la colpa”.