Comune di Benevento
Debiti e dissesto, Pepe: “Questione non trattata dalla commissione consiliare”

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“Ho letto dalle pagine di alcuni organi di informazione, stralci della relazione dei revisori contabili del Comune. Ciò che sconcerta è che un argomento così importante per la città non venga ancora discusso nella commissione consiliare. La relazione, infatti, ancora non è a disposizione dei consiglieri comunali e stamane ancora non era nemmeno protocollata all’Ente”. Così in una nota l’ex sindaco Fausto Pepe.
“L’Amministrazione ritiene di trattare la vicenda debiti, o presunti tali, dappertutto meno che nelle sedi deputate – prosegue la nota – . Puntualizzo che la mia amministrazione ha riconosciuto una cifra pari a circa 50 milioni di euro di debiti antichi, coprendoli integralmente con manovre tutte di bilancio ordinario e poi, dal 2012, con Piani di rientro. Chiaramente la nuova amministrazione non modificando il Piano di Rientro entro il 15 novembre 2016, e di fatto non chiedendo l’erogazione del fondo rotativo al Ministero degli interni, pari a circa 17 milioni di euro, ha già creato tutte le premesse per una inevitabile quanto improvvida dichiarazione di dissesto.
Ricordo la nota a firma del Sindaco del 7 luglio 2016 con la quale si chiedeva al Ministero degli Interni tempo per approvare la rimodulazione del nuovo piano nelle more della non approvazione del vecchio – sottolinea Pepe -. Poi si è cambiata idea e questa a mio giudizio è una scelta discutibile e per alcuni versi scellerata avendo loro stessi approvato solo qualche mese fa il conto consuntivo e il bilancio preventivo pluriennale con parere positivo espresso dai Revisori contabili, gli stessi della fantomatica relazione uscita sulla stampa e non in possesso dei consiglieri, cosa questa gravissima. I nuovi debiti al momento sarebbero solo 3 milioni di euro, peraltro certificati dalla attuale amministrazione in risposta ad una mia interrogazione. Il disavanzo tecnico di circa 34 milioni si è rivelato essere una manovra utile per il Comune di Benevento, perché oggi con la nuova finanziaria può essere inserita nel dissesto o nel Piano di Rientro e trattato pertanto come debito. Ma nessuno ci ringrazierà per quanto fatto, anzi.
Per quanto riguarda invece le entrate relative alle vendite immobiliari per gli anni coperti dal piano di rientro sono state sostanzialmente rispettate. Sui fondi della 219/81, meglio noti come fondi terremoto, suggerisco di verificarli meglio, in quanto sono stati sicuramente richiesti come erogazione su disposizione del sindaco e controfirma del dirigente alle finanze del momento, ma “trattati” dalla struttura contabile così come recita la legge, sia per quanto concerne l’erogazione sia per eventuali altri utilizzi – conclude la nota -. L’anticipo di cassa non è mai tecnicamente un debito e quindi non è sommabile. Sarebbe saggio attendere i collegati alla finanziaria per verificare quale sia la strada migliore da intraprendere, ma in ogni caso il dissesto non potrà mai essere considerato un vantaggio per nessuno, tanto meno per la comunità. Sulle responsabilità e quindi sulle cause ciò conta è la genesi del debito, e gli stessi sono risalenti agli anni antecedenti la mia sindacatura, a prescindere da quello che qualcuno oggi strumentalmente sostiene. Ogni cittadino può verificare ciò con una semplice richiesta di accesso agli atti del comune. Come ha recentemente detto il sindaco in uno dei suoi ‘noti’ post sui social network ‘ne vedremo delle belle’”.