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Asea e settore avvocatura della Provincia, le verità del presidente Claudio Ricci
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“Un’operazione verità per far sentire entrambe le campane e tutelare la Provincia di Benevento”. Sono i propositi alla base della ‘effervescente’ conferenza stampa che il numero uno della Rocca dei Rettori, Claudio Ricci, ha convocato per discutere delle vicende legate all’Asea e al settore avvocatura dell’Ente.
Un Ricci in grande spolvero che si è detto “stanco di dover ascoltare e leggere attacchi gratuiti contro la Provincia che, nonostante tagli alle risorse e al personale – nell’ultimo anno mancano 100 dipendenti e quasi 16 milioni di euro -, continua a lavorare”.
In primis la questione Asea legata al decadimento di Alfredo Cataudo da presidente dell’azienda speciale. Il problema secondo Ricci – che spazza il campo da qualsiasi interferenza partitica o politica nella vicenda – è tutto di diritto. In pratica, il segretario generale dell’Ente e responsabile dell’Anticorruzione, Franco Nardone, nel corso di una ricognizione dell’intero apparato amministrativo avrebbe notato l’impossibilità di Cataudo di governare l’Asea.
“Dopo il cambio di statuto nel 2014 – ha aggiunto Ricci -. Cimitile ha nominato nuovamente Cataudo presidente. Tra le due nomine però è entrata in vigore la legge Severino che secondo noi rappresenta un impedimento giuridico”.
Come è noto, la vicenda è arrivata fino alle aule del Tar che ha accolto il ricorso del manager reintegrandolo nelle sue funzioni. Per questo erano piovute critiche e richieste di dimissioni che Ricci rispedisce al mittente non senza qualche polemica anche nei confronti di alcuni sindacati. Probabilmente, la Rocca si appellerà al Consiglio di Stato o, comunque, cercherà delle soluzioni alternative alla querelle, legate anche al termine del primo mandato di Cataudo alla guida della Asea, scaduto a marzo 2016.
L’altro tema è legato al settore avvocatura e all’addio del dirigente provinciale Vincenzo Catalano. Le accuse nei confronti della Provincia sarebbero quelle di aver “defenestrato” volutamente il professionista. Critiche alle quali Ricci risponde così: “Catalano ha scelto nelle sue piene facoltà di accedere alla mobilità volontaria: nessuno lo ha costretto”.
“Inoltre – attacca il presidente – ci sono diversi contenziosi tra Comune e Rocca ed avere lo stesso legale metterebbe l’Ente in grave imbarazzo. A questo si aggiunge anche la modifica della Convenzione tra Palazzo Mosti e Provincia in merito all’ufficio di Avvocatura pubblica che ci penalizza ulteriormente”.
Infine, Ricci chiude con un monito per tutti e citando Andreotti chiosa: “Se è vero che bisogna porgere l’altra guancia, è pur vero che ne abbiamo solo due. Da oggi in poi risponderemo punto su punto a chiunque parli della provincia senza cognizioni di causa per tutelare l’onorabilità di questo Ente”.