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Terremoto nel Centro Italia, EkoClub International: “Urge messa in sicurezza zone a rischio”

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“Ci risiamo, dopo l’Aquila, ritorna un terremoto devastante.” A dichiararlo in una nota stampa il presidente di Ekoclub International, Luigi La Monaca, commentando quanto avvenuto nella notte nel Centro Italia.
Riprendendo la notizia dell’Ansa che riporta il bilancio del violento sisma nel centro Italia e quanto registrato dalla Protezione Civile, La Monaca afferma: “Il Governo deve, assolutamente, intervenire per attuare una messa in sicurezza delle zone e delle abitazioni a rischio, altrimenti, tra qualche anno, ci ritroveremo a piangere ancora sui corpi delle vittime. In Giappone, Cina e altri Paesi, si è cercato, con buon successo, di evitare i crolli delle abitazioni e degli edifici in genere. Possibile che in Italia non ci sia nemmeno un piccolo tentativo di fare altrettanto? Ekoclub fa appello, ancora una volta, a chi governa questa nazione di cominciare a prendere sul serio una campagna di bonifica delle, tante, zone a rischio. Ovviamente massima solidarietà alle popolazioni colpite.”
Secondo quanto riportato dalla Protezione Civile “in 2500 anni, l’Italia è stata interessata da più di 30.000 terremoti di media e forte intensità superiore al IV-V grado della scala Mercalli) e da circa 560 eventi sismici di intensità uguale o superiore all’VIII grado della scala Mercalli (in media uno ogni 4 anni e mezzo). Solo nel XX secolo, ben 7 terremoti hanno avuto una magnitudo uguale o superiore a 6.5 (con effetti classificabili tra il X e XI grado Mercalli).
La sismicità più elevata si concentra nella parte centro-meridionale della penisola – lungo la dorsale appenninica (Val di Magra, Mugello, Val Tiberina, Val Nerina, Aquilano, Fucino, Valle del Liri, Beneventano, Irpinia) – in Calabria e Sicilia, ed in alcune aree settentrionali, tra le quali il Friuli, parte del Veneto e la Liguria occidentale.
I terremoti che hanno colpito la Penisola hanno causato danni economici consistenti, valutati per gli ultimi quaranta anni in circa 135 miliardi di euro, che sono stati impiegati per il ripristino e la ricostruzione post-evento. A ciò si devono aggiungere le conseguenze non traducibili in valore economico sul patrimonio storico, artistico, monumentale.
In Italia, il rapporto tra i danni prodotti dai terremoti e l’energia rilasciata nel corso degli eventi è molto più alto rispetto a quello che si verifica normalmente in altri Paesi ad elevata sismicità, quali la California o il Giappone. Ad esempio, il terremoto del 1997 in Umbria e nelle Marche ha prodotto un quadro di danneggiamento (senza tetto: 32.000; danno economico: circa 10 miliardi di Euro) confrontabile con quello della California del 1989 (14.5 miliardi di $ USA), malgrado fosse caratterizzato da un’energia circa 30 volte inferiore. Ciò è dovuto principalmente all’elevata densità abitativa e alla notevole fragilità del nostro patrimonio edilizio.”