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Family Day, a Roma anche il Comitato “Difendiamo i nostri Figli” di Benevento
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E’ nel solco luminoso del Magistero della Chiesa che i cattolici beneventani si mobiliano per il Family Day di sabato 30 gennaio a Roma. La posta in gioco – si legge in una nota a firma del Comitato “Difendiamo i Nostri Figli” di Benevento – è altissima. L’Italia è l’unico Paese in Europa che ancora resiste alla pressione per legalizzare le unioni gay e ora si pone come l’ultimo baluardo in difesa dell’assalto delle potentissime lobby omosessualiste.
Se la resistenza avrà successo, sarà più facile vincere successivamente le battaglie sull’eutanasia, sul “poliamore”, sulla pedofilia e altri abomini che già si profilano, minacciosi, all’orizzonte.
La manifestazione del Family Day del 30 gennaio assume, dunque, un’importanza enorme. Non solo per l’Italia, ma per l’intera Europa che con le sue leggi antiumane e innaturali (aborto, divorzio, ecc.) ha ormai rinnegato le sue radici cristiane.
E’ tempo che i laici, forti nella fede in Dio e sostenuti, senza esserne pilotati, dai loro pastori, – continua la nota – diventino protagonisti nella scena pubblica per incidere culturalmente nella società: se la loro fede “non diventa cultura non è pienamente vissuta”.
Ecco perché si è appena costituito a Benevento il “Comitato Difendiamo i nostri Figli” (CDNF), cui hanno aderito ben 14 associazioni – Cammino Neocatecumenale, Cursillos di Cristianità, Il Cammino dei Tre Sentieri, Ordine Francescano Secolare “Le Grazie”, Istituto Santa famiglia, ANSPI, Laici Bonilliani (AL.BO), Unione Giuristi Cattolici, Gioventù Ardente Mariana (G.A.M.), Rinnovamento nello Spirito Santo, Azione Cattolica Diocesana, Azione Cattolica M.SS. Addolorata, Centro di Aiuto alla Vita e Oratorio San Martino Vescovo – desiderose di dare il loro contributo al Family Day per dire “no!” al ddl “Cirinnà”, che, oltre a riconoscere le unioni contro natura, apre la strada all’abominevole pratica dell’utero in affitto che rende le donne schiave e i bambini oggetti di compravendita.
Al Circo Massimo si ribadirà con forza che la famiglia è una sola, quella formata da un uomo e una donna, l’unica capace di generare i figli e “ad essa non possono essere giuridicamente equiparate in alcun modo altre forme di convivenza, né queste possono ricevere in quanto tali un riconoscimento legale”.
Per le persone omosessuali che decidessero di convivere, rifiutando in tal modo la legge naturale e calpestando gravemente la legge di Dio, ci sono già i diritti individuali (tranne, come è giusto che sia, la reversibilità della pensione).
Dunque, – conclude il Comitato – la battaglia delle lobby gay è solo ideologica e mira solo a scardinare la Famiglia. Lo spiegò con chiarezza Papa Francesco, allora cardinale, nell’imminenza della legalizzazione delle nozze gay in Argentina: “Si tratta del disegno di legge che permetterà il matrimonio a persone dello stesso sesso. È in gioco qui l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori […]. Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una “mossa” del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio”.