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Servizio mensa, le riflessioni di Altrabenevento su qualità e costo dei pasti

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“Per rassicurare gli utenti sulla qualità della mensa, non serve la propaganda del regime dei colonnelli. Bisogna spiegare come mai il pasto che prima non era buono per 4,30 euro, adesso diventa ottimo con 2,89 euro”. A dichiararlo, in una nota, è il presidente di Altrabenevento, Gabriele Corona.

“Secondo gli annunci del comandante Moschella – scrive Corona -, il servizio mensa dovrebbe cominciare mercoledì 9 dicembre, ma i genitori però non hanno ricevuto alcuna comunicazione ufficiale e neppure sul sito istituzionale del Comune di Benevento c’è alcun comunicato, né tra le ‘notizie’ né tra i documenti della sezione ‘mensa scolastica’.

Sono quindi legittime – prosegue la nota – tutte le perplessità degli utenti sulla organizzazione del servizio anche perché il Comune di Benevento ha in precedenza annunziato la data del 2 ottobre, poi quella del 16 novembre, quindi quella del 23 novembre e ora il 9 dicembre. Del resto, ad oggi, neppure i lavoratori ex Ristorò hanno ancora ricevuto l’ordine di servizio ufficiale con le disposizioni e le sedi di lavoro.

Intanto, cresce la protesta dei genitori – spiega Corona – che non si fidano del servizio assegnato alla Quadrelle 2001 perché nessuno si decide a spiegare come farebbe la “nuova” gestione a garantire il pasto con appena 2,89 euro. Il pasto servito dalla precedente ditta – dal 7 gennaio 2014 al 25 marzo 2015 – costava 4,30 euro ed ha prodotto numerose proteste. Poi sono stati rifatti i menù e le schede dei prodotti per aumentare la qualità ma il prezzo è sceso. Come mai?

La cooperativa Quadrelle 2001 – sottolineano da Altrabenevento – per partecipare alla gara scaduta ad ottobre, assegnata alla concorrente G.L.M. e poi annullata dal Comune, per lo stesso pasto con gli stessi menù di quelli attuali, aveva offerto 4,79 euro sostenendo che non si poteva offrire di meno perché ‘il menù, in conformità con le direttive Ministeriali da Voi richiamate, richiede che almeno il 30% degli alimenti sia Biologico. Poi, è appena il caso di ricordare, che tra le varie pietanze riscontriamo: Salmone, platessa gratinata, roast beef, polpette di tonno, pesce spada, giusto per ricordarne alcuni. Ed ancora, giusto per completare, ricordiamo che un pasto completo è composto da: Primo, Secondo, Contorno, Panino, Frutta, Bustina di Parmigiano Reggiano, con almeno il 30% di Biologico’.

Adesso – chiede Corona -, dopo appena due mesi, come fa la cooperativa Quadrelle 2001 ad offrire lo stesso pasto per 2,89 euro? E’ stato chiesto un parere alla nutrizionista che ha preparato i menù? Questa è la domanda legittima che fanno i genitori che usufruiscono del servizio a pagamento. L’amministrazione comunale però non risponde. Il sindaco che aveva annunciato non si degna di spiegare alcunché agli utenti; ovviamente non spiega neppure Moschella che si è limitato a far sapere che siccome il pasto costa meno dell’anno scorso, anche il ticket a carico dei genitori costa poco. Non comprende, il comandate -dirigente, che le mamme, dopo l’esperienza degli ultimi due anni, non possono rischiare di far mangiare ai bambini altre porcherie, anche se costano poco!

E siccome la protesta si allarga e molti genitori stanno rinunciando al servizio – aggiunge la nota – perché nessuno risponde alle domande sul rapporto qualità/prezzo, Moschella si limita, come nella migliore tradizione della propaganda nel regime dei colonnelli, a dichiarare che gli utenti gradiscono il servizio perché le adesioni sono tante e che solo dalla scuola San Filippo arrivano polemiche strumentali. Non dice, invece, che le disdette stanno aumentando e che ad esempio alla scuola Sant’Angelo a Sasso, secondo un sondaggio ufficiale, meno del 10% dei genitori aderisce al servizio, gli altri rinunciano fino a quando non avranno le assicurazioni richieste.

Non spiega – attacca Corona – il mistero delle offerte tanto diverse per lo stesso pasto, neppure la cooperativa Quadrelle 2001 che ancora non si decide ad organizzare l’annunciata conferenza stampa insieme alla delegata sindacale Cgil.

Intanto – dichiara Altrabenevento -, ha già creato motivi di contrasto con i dipendenti. Infatti, gli ex lavoratori della Ristorò sono già transitati alla nuova società a seguito di ‘cessione del ramo di azienda’. Quei dipendenti non sono mai stati licenziati dalla ditta della famiglia Barretta-Porcelli ed infatti la società che subentra trattiene il TFR.

Anche questo comportamento – conclude Corona – dimostra che l’attuale servizio è in continuità con quello gestito fino a marzo e che, pertanto, produrrà, inevitabilmente, gli stessi devastanti risultati”.

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