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Confimpresa Benevento contro l’allarme sulla carne: “A rischio 180mila posti di lavoro”
Dopo l’allarme dell’Oms, il contro-allarme di Confimpresa Benevento. Secondo l’associazione, “i falsi studi sulla carne mettono a rischio 180 mila posti di lavoro, in un settore chiave del Made in Italy a tavola, che vale da solo 32 miliardi di euro, un quinto dell’intero agroalimentare tricolore”. A denunciarlo è il presidente provinciale Rino De Girolamo.
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Dopo l’allarme dell’Oms, il contro-allarme di Confimpresa Benevento. Secondo l’associazione, “i falsi studi sulla carne mettono a rischio 180 mila posti di lavoro, in un settore chiave del Made in Italy a tavola, che vale da solo 32 miliardi di euro, un quinto dell’intero agroalimentare tricolore”. A denunciarlo è il presidente provinciale Rino De Girolamo.
“Una “campagna allarmistica” l’azione posta in essere dall’Oms, che fra l’ altro ha inserito anche i wurstel, salsicce, insaccati e carni in scatola nella lista nera degli alimenti cancerogeni. Gli oncologi frenano e i macellai insieme ai produttori Sanniti, non ci stanno – spiega Rino De Girolamo -. Si sta creando una campagna allarmistica immotivata per quanto riguarda il nostro Paese, soprattutto se si considera che la qualità della carne italiana, dalla stalla allo scaffale, è diversa e migliore, e che i cibi sotto accusa come hot-dog e bacon non fanno parte della tradizione nostrana.
Nel nostro Paese i modelli di consumo della carne – ha pecisato De Girolano -, si collocano perfettamente nell’ambito della Dieta Mediterranea, cioè un’alimentazione basata su prodotti locali, stagionali, freschi, che è il segreto alla base dei primati di longevità degli italiani, con 84,6 anni per le donne e i 79,8 anni per gli uomini.
Le carni Made in Sannio e quindi Italy – ribadisce Confimpresa Benevento – sono più sane, perché magre e non trattate con ormoni. Non a caso il nostro Paese vanta il primato a livello europeo per numero di prodotti a base di carne Doc, ben 40 specialità di salumi che hanno ottenuto la denominazione d’origine o l’indicazione geografica.
A conferma la necessità di accelerare nel percorso dell’obbligo di etichettatura d’origine per tutti gli alimenti, a partire dai salumi. È questa la battaglia che l’Italia deve fare in Europa per garantire la salute dei suoi cittadini e il reddito delle sue imprese”.
L’ Associazione dei Macellai Sanniti, osserva che l’allarme non riguarda il Sannio e quindi l’Italia perché da noi la quantità di carne consumata è molto al di sotto di quella indicata come limite per il rischio di cancro dall’Organizzazione mondiale della sanità. In tal senso il Presidente dei Macellai Carmine Zollo, ha precisato che “gli italiani mangiano in media 2 volte la settimana 100 grammi di carne rossa (e non tutti i giorni) e solo 25 grammi al giorno di carne trasformata. Il dato Iarc (che ha originato l’allarme dell’Oms) è superiore al doppio della media del consumo in Italia”.
Organismi pubblici, società mediche ed esperti nutrizionisti, precisa Zollo Carmine, “raccomandano il consumo di tutti i gruppi di alimenti al fine di avere una dieta sana, varia ed equilibrata. Tra questi anche un moderato consumo di prodotti di carne.
La carne e i salumi, spesso oggetto di pregiudizi, sono infatti alimenti che contribuiscono al perfetto equilibrio nutrizionale garantito dalla Dieta Mediterranea: rappresentano una buona fonte di proteine e aminoacidi essenziali da consumare almeno due volte a settimana. I consumatori italiani non dovrebbero quindi modificare le loro sane abitudini a causa delle anticipazioni dello studio Iarc”.