Sindacati
Gosaf, Uil: dal 16 febbraio riduzione dell’orario di lavoro per 34 dipendenti

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La Uil Avellino/Benevento rende noto che, nel mentre i 64 lavoratori di Gosaf SpA di Montesarchio lamentano a tutt’oggi la mancata corresponsione del 50% dello stipendio relativo al mese di novembre 2014, alla tredicesima mensilità 2014 e agli stipendi dei mesi di dicembre 2014 e gennaio 2015, la stessa Società ci comunica che a far data dal 16 febbraio 2015 darà corso alla riduzione dell’orario di lavoro per n. 34 dipendenti per la durata di cinque mesi.
Da tale riduzione di orario sono esclusi i due dirigenti Ignazio De Angelis e Giuseppe Rossetti, gli undici dipendenti della sede di Sora (Fr), l’unico dipendente in servizio nelle sedi di Arpaia, Guardia Sanframondi, Isola del Liri (Fr), Polla (Sa), San Martino Valle Caudina e San Marcellino (Ce), i due operai della sede di Benevento e, infine, i due dipendenti di Forio (Na) e Palestrina (Roma).
Invece, la riduzione parziale dell’orario opererà nelle sedi di Benevento, Sant’Agata de’ Goti (Bn) e Portici (Na), mentre in quelle di San Marcellino (Ce) e Crispano è programmato per le due unità lavorative l’azzeramento dell’intero orario contrattuale.
L’Azienda ha giustificato la decisione assunta poiché si troverebbe con un esubero di personale, che di fatto si traduce anche in un eccessivo peso del costo del lavoro sul proprio volume di affari, dovuto alla circostanza che spesso, il personale è stato “ereditato” da precedenti gestori dei servizi di accertamento e riscossione. Ora si passerà alla fase di consultazione con le Organizzazioni sindacali, anche per l’accesso agli ammortizzatori sociali in deroga.
“La Gosaf SpA – osserva Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto della Uil Avellino/Benevento – nello scorso mese di ottobre è stata oggetto di un’indagine giudiziaria con la comminazione del provvedimento del sequestro preventivo di tutti i beni aziendali e la nomina di un amministratore giudiziario.
La crisi finanziaria della società si riflette sulla mancanza di liquidità e quindi sull’impossibilità di corrispondere gli stipendi ai dipendenti. Voglio sperare che delle pazzie operate dai vecchi amministratori, in termini di illegittimo depauperamento delle risorse, non ne debbano pagare le conseguenze gli ignari lavoratori dell’Azienda”.