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Buonalbergo, un ‘referendum’ dei cittadini deciderà la realizzazione del centro di accoglienza per rifugiati politici

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Nuovi sviluppi sulla vicenda dell’ex sede universitaria di via Cappella, a Buonalbergo, che il Comune ha messo a disposizione della Prefettura di Benevento per realizzarne un centro di accoglienza per immigrati richiedenti asilo politico.
Con un avviso pubblicato questa mattina, il sindaco Igino Miele ha informato la cittadinanza di “voler avviare – attraverso un procedimento di carattere informale – una forma di consultazione popolare diretta a conoscere l’orientamento dei cittadini sulla questione, già all’esame degli organi comunali, perché possano ricevere indicazioni ai fini delle deliberazioni da adottare”.
Secondo quanto si apprende, la consegna delle schede contenenti il quesito da sottoporre a consultazione avverrà direttamente e personalmente, o presso il comune, o presso l’abitazione di ogni cittadino. Potranno votare solo i residenti maggiorenni entro e non oltre cinque giorni dalla ricezione. Il Comune, poi, raccoglierà e protocollerà tutte le schede pervenute. Dell’esito della verifica, che sarà effettuata direttamente dal Municipio, verrà informata ufficialmente tutta la cittadinanza.
IL PROGETTO – La decisione di realizzare un centro di accoglienza fu presa con una delibera di giunta dello scorso 20 novembre 2014. Nel documento l’amministrazione comunale giustificò l’atto “in considerazione del particolare momento che sta vivendo il nostro Paese, in conseguenza dell’arrivo di molti profughi provenienti da paesi dilaniati da guerre civili, nei quali, tra l’altro, molto spesso vengono negati i più elementari diritti”.
Per questo motivo l’amministrazione aveva approvato un piano di ristrutturazione ed adeguamento dell’immobile, al fine di renderlo idoneo allo scopo. La realizzazione del centro di servizi di accoglienza ed integrazione, attraverso la rifunzionalizzazione dell’ex sede universitaria, costerebbe un milione e 700mila euro: l’intenzione dell’esecutivo Miele è quella di chiedere il contributo al Ministero dell’Interno per accedere alla ripartizione delle somme iscritte nel Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi dell’Asilo.
POLEMICHE – Un’iniziativa che però non è mai piaciuta al gruppo consiliare “La Svolta” che ha fatto partire una petizione per dire no alla delibera comunale approvata dalla giunta e ad un centro d’accoglienza imposto, senza interpellare i cittadini.
“Diciamo basta – si leggeva in un volantino distribuito – a questo modi di agire. La decisione di ospitare questo CARA – si chiedeva l’opposizione – è dettata da generosità e amore verso il prossimo dei nostri amministratori? Secondo noi no, è dettata dagli interessi che potrebbero generarsi da questo Centro, senza tenere conto dell’impatto sociale che questo potrà avere. Ci diranno – continuava nel documento – che genererà un indotto e posti di lavoro, ma la stessa favoletta l’avevano raccontata anche in campagna elettorale, 40 posti di lavoro, quanti ne sono arrivati? Arriveranno tutti in un sol colpo con il Centro di Accoglienza? Nui poco ce credimo”.
Sulla questione era intervenuto ultimamente anche il teologo e parroco di Paupisi, don Raffaele Pettenuzzo: “Che cosa in realtà – si chiedeva in una lettera – si nasconde nella Delibera della Giunta di Buonalbergo? Un legittimo desiderio di ospitalità, di condivisione umana e di dialogo? Oppure un’opportunità di un grosso guadagno?
Ma mi chiedo: Buonalbergo è il luogo, è la Comunità in grado di reggere dignitosamente questa ospitalità? L’Amministrazione Comunale – aggiunge il sacerdote – ha gli strumenti appropriati per gestire questa situazione, per assumersi questa responsabilità? In che modo si è razzisti, perché ci si sottrae a una responsabilità di accoglienza? Come si vuole operare a livello comunale e provinciale per non sottrarsi a delle aspettative di questi disperati?”.