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Benevento, i dipendenti della Camera di Commercio contro la riforma dell’Ente: “Traditi e svenduti da Unioncamere”
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“Nel corso di tre assemblee del personale i dipendenti della Camera di commercio di Benevento hanno affrontato il tema della riforma degli enti camerali fortemente voluto dal Governo. E’ quasi certo, a meno che non si intervenga in Parlamento e l’auspicio è che l’iniziativa parta dai nostri deputati locali, On Del Basso De Caro e Nunzia De Girolamo, che anche la Camera di Commercio di Benevento, centro decisionale dello storico e centenario presidio territoriale, amministrato da esponenti locali del mondo imprenditoriale, sindacale e dei consumatori, sarà trasferito ad Avellino”. Così i lavoratori della Camera di Commercio di Benevento e dell’Azienda Speciale Valisannio in una nota diffusa alla stampa.
“La proposta di Unioncamere, fatta propria dal Governo, – prosegue la nota – è però del tutto incomprensibile perché si fonda su un unico criterio, quello dimensionale, basato su 80.000 imprese e unità locali iscritte nel registro imprese. Si prescinde quindi da qualunque verifica preventiva della sussistenza dell’equilibrio economico e finanziario, da quella virtuosità che riteniamo rappresenti uno dei criteri fondamentali per l’auspicato contenimento dei costi all’interno di enti pubblici.
La decisione delineata e concordata da Unioncamere nazionale con il Governo – attaccano i dipendenti – è contraria a qualunque regola di sana e corretta amministrazione. Una vera e propria beffa per organi di governo, direzione tecnica e dipendenti che nel corso degli anni hanno garantito, con il loro impegno e capacità, una sana gestione economico-finaziaria. Infatti, da una parte, si mortificano e puniscono le “piccole” ma virtuose realtà camerali che hanno i conti in ordine, dall’altra si premiano, con la conservazione della loro autonomia decisionale, le Camere di Commercio che hanno uno squilibrio finanziario (maggiori uscite rispetto alle entrate) solo perché hanno nel proprio registro più di 80.000 imprese.
E’ evidente – proseguono i lavoratori – che le realtà camerali medio piccole sono state tradite e svendute soprattutto dai vertici tecnici e politici di Unioncamere che hanno privilegiato la tutela e la difesa di se stessi e del loro enorme apparato. Nessun ridimensionamento è infatti previsto per un mastodontico ed inutile apparato che genera spese aggiuntive, poltrone per i consigli di amministrazione e affidamenti di costose consulenze, composto da: l’Unioncamere nazionale (che vanta 105 componenti nell’Assemblea, 39 componenti del Comitato esecutivo, 8 Vicepresidenti, 1 Presidente e 3 componenti Collegio dei Revisori dei Conti);
Diciannove Unioncamere regionali (con circa 500 componenti degli Organi, circa 60 Componenti Collegio dei Revisori dei Conti) le cui funzioni si sovrappongono in gran parte alle funzioni assicurate dalle singole Camere o dall’Unioncamere nazionale; l’INDIS (Istituto Nazionale Distribuzione e Servizi); società consortili, istituti di ricerca e associazioni; agenzie e società di sistema; camere di commercio italiane all’estero e camere di commercio italo-estere; Assocamerestero e Centri regionali per il commercio estero; strutture camerali nei 5 consorzi ENN.
Queste considerazioni – concludono i lavoratori sanniti – ci hanno spinto a chiedere: agli Organi di governo camerale locale, di intervenire da subito e con forza, con le rappresentanze politiche e parlamentari locali, affinché si sostengano le ottime ragioni della Camera di commercio di Benevento contro un accorpamento che, si ribadisce, tiene conto della sola dimensione dell’ente camerale in relazione al numero di imprese iscritte e non dell’equilibrio finanziario ed economico – patrimoniale.
Al Presidente, ai Consiglieri di Giunta e di Consiglio e al Segretario Generale, che siano garanti del mantenimento dei livelli occupazionali dell’ente camerale sannita, compresi quelli dell’Azienda Speciale “Valisannio” e dei collaboratori dell’Ente, cui si esprime solidarietà e riconoscimento per l’impegno che ripongono quotidianamente nel loro lavoro nonostante la forte preoccupazione circa il proprio futuro.
Di confermare una gestione attenta e oculata delle risorse camerali, nel rispetto del citato equilibrio economico-finanziario, per difendere, con forti argomentazioni, l’autonomia della Camera di commercio di Benevento. Infatti, in questa fase di evoluzione normativa, come raccomandato anche dal Ministero dello Sviluppo Economico, è necessario, oltre che opportuno per sostenere le ragioni dell’autonomia, evitare ‘nuove spese ed assumere iniziative non indispensabili e urgenti o prioritarie per il sostegno del tessuto economico provinciale’”.